Il video piace, ma solleva qualche dubbio: «Perché promuovere in questo modo un prodotto a cui non c'è alternativa?»
BERNA - Musica elettrizzante e riprese affascinanti con un drone delle Cascate del Reno, del lago di Ginevra, del San Gottardo: non è l'ultimo spot di Svizzera Turismo, ma il lancio del nuovo passaporto elvetico da parte della Confederazione.
Il filmato, che dura poco meno di un minuto e mezzo e che è esteticamente gradevole, non è però stato accolto bene dal pubblico: «Non mi dispiacerebbe se non usassero i soldi delle mie tasse per video pubblicitari che non servono a nulla», si può leggere tra i commenti su Twitter, ma anche «un bel po' di fatica per un documento ufficiale che non ha bisogno di marketing. La Confederazione ha sicuramente troppi soldi».
Tra i più critici c'è poi il deputato basilese del PLR Stefan Degen, a cui è piaciuto il video: «È bello, molto elaborato», ma che non ne capisce il senso: «A cosa serve? È per incoraggiare i cittadini stranieri a naturalizzarsi?» ha dichiarato a 20 Minuten. Semplicemente non ha senso stimolare la domanda di un prodotto a cui non c'è alternativa, ha aggiunto Degen. «Sarebbero bastati un semplice comunicato stampa e una scheda informativa».
Insomma, per il politico, «un film del genere è uno spreco di denaro dei contribuenti». Non finisce qui, però: «Ci si chiede perché la Confederazione impieghi centinaia di persone nei media, compresi i team di social-media. La Confederazione ha il compito di informare la popolazione. Non c'è bisogno di un marketing elaborato per farlo».
fedpol: «Non è pubblicità»
Il portavoce di fedpol Christoph Gnägi non ci sta: «Non si tratta di uno spot pubblicitario», ha ribattuto, «ma ha lo scopo di informare e illustrare le novità alla popolazione e ai nostri partner».
Il nuovo passaporto contiene infatti elementi di sicurezza, alcuni dei quali visibili solo alla luce UV, ha spiegato Gnägi: «Questo è ciò che volevano mostrare in un video». Inoltre, il portavoce di fedpol ha sottolineato che «questo è il primo nuovo passaporto in 20 anni» e che «la tassa relativa al passaporto non è cambiata da allora».