Lo afferma uno studio condotto da ricercatori basilesi
BASILEA - Un danno temporaneo e lieve al muscolo cardiaco è più comune dopo la prima vaccinazione di richiamo Covid-19 di quanto si pensasse in precedenza. Lo dimostra uno studio condotto da ricercatori basilesi, ancora in attesa di essere esaminato da una rivista scientifica.
Un gruppo di ricercatori interdisciplinari dell'Università e dell'ospedale universitario di Basilea ha misurato un marcatore particolarmente sensibile di danno cardiaco chiamato "troponina cardiaca" nel sangue dei dipendenti della struttura sanitaria tre giorni dopo la vaccinazione di richiamo, ha annunciato oggi l'ateneo basilese. Se la quantità di troponina sale al di sopra della norma, ciò indica un danno al muscolo cardiaco.
«Abbiamo riscontrato livelli di troponina cardiaca elevati in una percentuale di persone vaccinate superiore a quella prevista», afferma il cardiologo Christian Müller, responsabile dello studio, riassumendo i risultati.
In 22 dei 777 partecipanti (di cui 540 donne) il gruppo di ricercatori ha constatato danni temporanei e lievi al muscolo cardiaco. Ciò che corrisponde al 2,8% delle persone testate. Sulla base di precedenti osservazioni passive, i ricercatori si aspettavano una percentuale dello 0,0035%, ovvero 35 su 100.000 persone vaccinate.
Delle 22 persone con valori di troponina sopra la norma 20 erano donne, ciò che corrisponde a una proporzione del 3,7% contro lo 0,8% negli uomini. Il quarto giorno, i valori di troponina cardiaca sono rientrati nella norma nella metà delle donne e in entrambi gli uomini.
Finora i dati concernevano soltanto osservazioni passive. «In particolare in casi gravi di infiammazione del muscolo cardiaco, soprattutto in giovani uomini, che dovevano essere trattati in ospedale» sottolinea Müller.
Gli effetti lievi rilevati nello studio sono, secondo il cardiologo, sintomi come respiro corto, stanchezza e eventuale pressione al torace. Si ipotizza che questo fenomeno sia dovuto alla maggiore dose di mRNA nel vaccino oppure ad una reazione più violenta del sistema immunitario. Lo studio è infatti stato condotto fra dicembre 2021 e inizio 2022 su persone che hanno ricevuto il vaccino di richiamo Moderna, che contiene più mRNA che quello di Pfizer/Biontech.
Stando alle conoscenze attuali, il muscolo cardiaco può rigenerarsi solo in minima parte. Secondo Müller «è quindi possibile che le vaccinazioni annuali possano provocare danni lievi. Così come gli episodi che interessano il sistema cardiovascolare durante e dopo un'infezione da coronavirus. Questi ultimi sono più gravi e sono stati ben documentati».
Tuttavia per Müller lo studio non mette in discussione l'efficacia dei vaccini a base di mRNA, considerati «uno sviluppo fantastico che ha salvato milioni di vite». Questi devono tuttavia essere migliorati, indica il cardiologo. Sta ora ai produttori di vaccini ottimizzarli in modo da evitare i danni al muscolo cardiaco.