Mustafa Memeti intende assumersi le responsabilità della «mancanza di organizzazione», ciò che ha permesso questi episodi
BERNA - Nel corso del mese di novembre uno scandalo ha travolto la moschea della Casa delle religioni di Berna: è finita nel mirino poiché all'interno vi sarebbero stati celebrati una serie di matrimoni forzati (all'incirca una dozzina).
In reazione alle forti accuse, l'Imam bernese Mustafa Memeti (responsabile della moschea della Casa delle religioni) intende ora rassegnare le dimissioni dal suo incarico. Lo riferiscono i giornali del gruppo Tamedia, spiegando che l'annuncio verrà effettuato sabato. «I matrimoni forzati sono un crimine odioso e grave. Sono esterrefatto da quanto accaduto», ha detto l'Imam a riguardo.
La Casa delle religioni aveva reagito in modo molto forte sin dall'emergere delle accuse, dicendo di «condannare fermamente questa prassi» che si fonda su «atteggiamenti patriarcali obsoleti che sono in contraddizione con il nostro approccio di base». Anche lo stesso Memeti si è detto sin da subito scioccato, descrivendolo uno «sfruttamento improprio» della moschea.
Allora era stato detto che i vertici dell’istituzione interreligiosa avrebbero discusso eventuali misure da prendere affinché tali pratiche non si verifichino più. Ed ecco l'annuncio delle dimissioni.
Ma come è potuto succedere?
A quanto emerge, i matrimoni forzati sarebbero stati celebrati da un Imam sconosciuto ai responsabili. E questi ultimi non avrebbero verificato in modo abbastanza rigido se i requisiti per un matrimonio "corretto" fossero soddisfatti.
L'Imam Memeti ha oggi aggiunto in una nota di essere contento che le accuse siano venute alla luce. «Per lo sviluppo di un Islam svizzero, sono proprio le comunità musulmane che devono assumersi pubblicamente le proprie responsabilità e non ritirarsi in mondi paralleli» ha dichiarato. In questo caso specifico, l'Imam vuole assumersi la responsabilità della «mancanza di organizzazione» che ha permesso questi matrimoni.
«Da oltre 30 anni lavoro come imam per una lettura moderna e innovativa dei testi islamici e per un Islam svizzero», ha spiegato poi il religioso, ribadendo il suo impegno «per un dialogo costruttivo inter- e intra-religioso». Di conseguenza, «devo e voglio assumermi le mie responsabilità». Alla fine di aprile, quindi, lascerà il suo ruolo.
I vertici della Casa delle religioni hanno inoltre sporto denuncia contro ignoti a dicembre per poter «chiarire completamente le questioni aperte in relazione all'uso improprio della moschea». La direzione dell'associazione ha anche adottato un codice di condotta con delle «regole chiare per affrontare la questione del matrimonio civile e dei matrimoni religiosi in generale, in particolare se c'è il sospetto di un matrimonio forzato».