Madri che sorvegliano in maniera ferrea la linea delle figlie, le storie sbarcano su TikTok: «Mangiavamo 500 calorie al giorno»
ZURIGO - Mamme fit e con un imperativo categorico: il look che viene imposto ai figli e, soprattutto, alle figlie. Sono le “mamme mandorla”, nome dato dal web e che prende spunto da Yolanda Hadid, mamma delle celebri top Gigi e Bella e che spesso e volentieri concedeva loro come pasto «solo due mandorle, ben masticate».
Il fenomeno è tornato in auge grazie ai social e a TikTok che hanno rilanciato il tema con storie di vita vissuta. 20 Minuten ha raccolto quelle delle sue lettrici.
«Mia mamma è super magra e atletica, ha un'attenzione maniacale riguardo a quello che mangia, beve molta acqua e non esagera mai», racconta Francesca*, 29enne. «Fino ai 15 anni ero magra e andava tutto bene», ricorda la giovane, «poi sono intervenuti gli ormoni e la mia forma è cambiata. Da quel momento in poi non ho mai avuto una pancia piatta», e da lì - racconta la zurighese - il rapporto con la madre è cambiato: «non si risparmiava nemmeno un commento, mi diceva “E adesso cosa mangi?”, “Ma cosa stai mangiando ancora?”».
Per evitare che Francesca mangiasse aveva anche incatenato e lucchettato la dispensa: «C'è una sua frase che mi risuona ancora in testa: “Se fossi più magra saresti più carina”». Una stilettata che si è poi tradotta in trauma e che l'ha portata a soffrire di disturbi alimentari, un tunnel oscuro partito nell'adolescenza e che continua ancora oggi. «Alla fine me ne sono andata di casa, e da allora sono seguita da uno psicologo».
Se per lei alcune cose sono cambiate, non è lo stesso per sua mamma: «Ancora adesso, a distanza di anni, fa commenti sul mio aspetto e sulla mia linea», conferma la 29enne.
*nome noto alla redazione
Le origini del trauma? Quello che dicono i genitori pesa sui figli
«Facevo gara con mia mamma», arrivavamo a 500 calorie a testa al giorno afferma un'utente TikTok; «Non mi è mai stato permesso di mangiare cioccolata», racconta un'altra, «addirittura ha chiamato a scuola per chiedere che non me ne dessero». Ma basta questo per portare a una patologia alimentare? La risposta della psicologa nutrizionista Gigia Saladin: «È una cosa complessa, di solito intervengono più fattori. Oltre allo sviluppo e alle influenze socioculturali intervengono anche esperienze traumatichw all'interno della sfera famigliare: abusi fisici, psicologici o sessuali o anche iperprotezione». Quello che dicono i genitori ha però sempre un peso non trascurabile: «Quasi tutti i miei clienti avevano madri che dicevano loro di mangiare di meno», commenta la psicologa nutrizionista Brigitte Jenni.