Trecentomila tonnellate all'anno finiscono in discarica. «È necessario trovare soluzioni per stoccaggio e smaltimento».
FRIBURGO - Gli scienziati svizzeri chiedono una migliore gestione dei nanorifiuti. In un commento pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology, auspicano direttive vincolanti per questi rifiuti che rappresentano un problema di sicurezza emergente a livello mondiale.
I nanorifiuti comprendono i rifiuti di produzione, i prodotti nanotecnologici a fine vita e i rifiuti contaminati da nanomateriali. Si stima che oltre il 60% di questi nanomateriali (fino a 300'000 tonnellate all'anno, escluse le nanoplastiche) finisca in discarica, ha indicato oggi l'Università di Friburgo (UNIFR) in un comunicato.
Attualmente non esiste una definizione o una classificazione globale dei nanomateriali o dei nanorifiuti. È quindi necessario trovare soluzioni per la valutazione del rischio, la categorizzazione, l'etichettatura, la raccolta, lo stoccaggio, il trasporto, il riciclaggio e lo smaltimento, secondo gli scienziati del Gruppo BioNanomateriali dell'Istituto Adolphe Merkle, dell'UNIFR e del Politecnico di Losanna.
Gli esperti chiedono linee guida tecniche giuridicamente vincolanti basate sul principio di precauzione. Queste dovrebbero essere basate sulle più recenti conoscenze del comportamento dei nanomateriali e su una definizione flessibile di nanomateriale.