Non solo l'università di Berna, anche l'Istituto Paul Scherrer parteciperà alla missione dell'ESA verso Giove
BERNA - Oltre all'Università di Berna, la cui adesione era già nota, anche l'Istituto Paul Scherrer parteciperà alla missione "Juice" dell'Agenzia spaziale europea (ESA) verso Giove. Lo farà attraverso il rilevatore ad alta tecnologia RADEM, le cui mansioni dureranno parecchi anni.
RADEM non verrà usato solo per la fase di esplorazione, della durata di quattro anni, dell'ambiente delle tre principali lune del pianeta. Funzionerà infatti anche negli otto anni di viaggio, così da raccogliere informazioni sulla meteorologia spaziale fra Venere e Giove.
Il rilevatore misurerà l'ambiente radiativo del sistema solare e la sua interazione con l'attività del Sole, spiega, citato in un comunicato odierno, Wojciech Hajdas del Laboratorio di fisica delle particelle dell'Istituto Paul Scherrer.
Il Sole infatti emette costantemente particelle nello spazio ed esse possono sia causare danni ai satelliti sia perturbare il campo magnetico terrestre. Le variazioni di questi flussi possono provocare sovratensioni nelle reti elettriche e quindi blackout.
Il compito di RADEM, afferma Hajdas, sarà fornire una migliore comprensione di tali attività solari cicliche, ma anche della loro influenza sulla Terra e sulle missioni future, ad esempio una eventuale con equipaggio su Marte.
La spedizione dell'ESA mira fra le altre cose a determinare se le lune ghiacciate di Giove offrano le condizioni necessarie per la comparsa della vita come la conosciamo. La missione "Juice" comincerà il prossimo 13 aprile con il lancio del razzo Ariane 5, che impiegherà come detto otto anni per coprire i 700 milioni di chilometri e raggiungere il pianeta gigante. Il missile sarà equipaggiato anche con vari strumenti dell'Università di Berna: lo spettrometro di massa NIM, l'altimetro laser GALA e lo strumento a onde submillimetriche SWI.