Dall'area UE/AELS sono arrivate 32'487 persone (+7'849), mentre da Stati terzi 14'713 (+1'535).
BERNA - La forte domanda sul mercato del lavoro e il tasso di disoccupazione strutturalmente basso continuano a spingere i lavoratori verso la Svizzera, provenienti soprattutto dai paesi dell'UE
Lo rileva stamane la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), precisando che nei primi sei mesi dell'anno l'immigrazione netta in Svizzera si è attestata a 47'200 persone, 9'384 in più rispetto al primo semestre del 2022. Dall'area UE/AELS sono arrivate 32'487 persone (+7'849), mentre da Stati terzi 14'713 (+1'535). A fine giugno, l'immigrazione dei lavoratori stranieri si è attestata a 95'242 persone, di cui 43'180 sono giunte in Svizzera per esercitare un'attività lucrativa di breve durata (+14,8% rispetto a fine giugno 2022) e 52'062 (+17,3%) un'attività lucrativa a lungo termine.
La situazione economica e l'internazionalizzazione di economia e società fanno da traino nell'evoluzione della domanda delle aziende, sottolinea la SEM in una nota, ricordando inoltre che il tasso di disoccupazione non è mai stato così basso da oltre 20 anni. Per molte professioni - scrive la SEM - il reclutamento all'estero ha permesso di compensare la necessità di ricambio legata ai pensionamenti.
«Gli aumenti più cospicui degli ingressi per esercitare un'attività lucrativa a lungo termine - aggiunge la SEM - sono stati registrati negli ambiti di attività nel settore secondario e nei servizi, nell'industria alberghiera e nella ristorazione, nella pianificazione, nella consulenza e nell'informatica, nel commercio e nella sanità». Inoltre, nel primo semestre del 2023 sono stati rilasciati 41'747 nuovi permessi per frontalieri, «mentre nei primi sei mesi del 2022 ne erano stati rilasciati 38'547. I soggiorni di breve durata sottostanti all'obbligo di notifica erano 168'896 (rispetto ai 155'570 dello stesso periodo dell'anno precedente)».