Per il Servizio federale di intelligence (FIS), un quinto di tutti gli 007 dispiegati in Europa è ora di stanza nella Confederazione
Le persone sospettate di fornire informazioni allo Stato russo sarebbero 80. Insorgono alcuni partiti politici che chiedono l'espulsione dei diplomatici che sarebbero coinvolti.
BERNA - Insospettabili, spesso diplomatici accreditati ma come secondo lavoro 007: le spie russe sono sempre più presenti in Svizzera. A riportare a galla l'argomento - rinvigoritosi dopo l'invasione in Ucraina - è la NZZ am Sonntag, sulle cui colonne e sull'argomento sono "piombati" alcuni dettagli di quanto un alto funzionario del Servizio federale di intelligence (FIS) avrebbe riferito alla Commissione Affari Esteri (APK) del Consiglio nazionale.
«Il numero di spie sarebbe di 80», scrive il domenicale, che corrisponderebbe a «un quinto di tutti gli agenti dell'intelligence russa dispiegati in Europa». Uomini e donne insospettabili che però - stando a quanto riporta l'edizione domenicale del giornale - si procurerebbero informazioni per passarle poi al servizio segreto russo.
La situazione attuale è anche legata al fatto che altri stati stanno decretando l'espulsione di diplomatici russi sospettati di spionaggio. «Questo aumenta l'importanza della Svizzera per la Russia», afferma lo storico ed esperto di intelligence Adrian Hänni, in dichiarazioni raccolte dalla testata zurighese.
La questione sta sollevando reazioni politiche. Socialisti e Centro vogliono espellere in modo sistematico le spie di Mosca. «Questi agenti stranieri rappresentano una minaccia per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera», afferma il consigliere nazionale del PS Fabian Molina. Il presidente del Centro Gerhard Pfister afferma: «Non dobbiamo essere ingenui: la minaccia dei servizi segreti russi è reale». UDC e PLR vogliono per contro attenersi all'attuale prassi tollerante.
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) opta per un approccio orientato alla moderazione. «Il Consiglio federale non impone sanzioni sotto forma di espulsioni di diplomatici», scrive interpellato dal giornale. Esistono però divieti di ingresso per i diplomatici russi allontanati da altri stati: dallo scoppio della guerra sono stati imposti 270 provvedimenti di questo tipo.
In questo periodo le nazioni europee hanno peraltro deciso 600 espulsioni.