L'iniziativa parlamentare “Stop alla propaganda degli ingorghi” arriverà in Parlamento, ma non piace al Consiglio Federale. Ecco perché.
BERNA - «Oggi i bollettini radio sul traffico sono del tutto superflui e obsoleti, la gente si informa sulla viabilità attraverso le app o i sistemi di navigazione», si apre con queste parole l'iniziativa parlamentare portata avanti in quel di Berna del consigliere nazionale lucernese dei Verdi, Michael Töngi.
Il testo della sua iniziativa, dal titolo abbastanza acceso di “Stop alla propaganda degli ingorghi”, è stato presentato alla fine di settembre ed è stato co-firmato da altri parlamentari ambientalisti.
La proposta prevede quindi l'eliminazione dei notiziari relativi al traffico sul servizio pubblico, e quindi della Srg/Ssr.
L'idea però sembra non trovare il consenso del Consiglio Federale, che come riportano i quotidiani del gruppo CH Media, ritiene che la formula del notiziario funzioni e permetta «di raggiungere in maniera efficace la popolazione, permettendo loro allo stesso tempo di non distrarsi mentre guidano».
Particolarmente critico alla proposta dei Verdi sarebbe proprio il capo del Datec, Albert Rösti che sostiene che questo servizio fornito dalla radiotelevisione pubblica «sia molto apprezzato e utile per il pubblico».
In generale, inoltre, l'Esecutivo ritiene che agire dall'alto sulla programmazione della Srg/Ssr rappresenti un'interferenza eccessiva
A pronunciarsi sulla proposta dei Verdi sarà ora il Parlamento, la questione arriverà fra gli scranni del Nazionale e poi - se sarà il caso - anche all'attenzione degli Stati. Dovesse passare anche qui, toccherebbe al Governo trovare il modo di farla diventare legge.
Al momento, però, sembra poco probabile che l'iniziativa abbia un iter lungo e che trovi il sostegno necessario.
La Ssr, dal canto suo, si sente abbastanza al sicuro, come confermato al Blick dalla portavoce Nadine Gliesche: «Riteniamo che l'interesse e l'utilità l'interesse per questo tipo di servizio da parte del nostro pubblico è ancora molto alto», inoltre - sempre secondo lei - il bollettino radio «è parte integrante del nostro mandato come azienda di servizio pubblico».