I medicamenti per dimagrire sono un nuovo trend social e per chi soffre di malati è un calvario. Il medico: «Così rischiamo di perderli».
ZURIGO - Lamentele, email incendiarie, pianti, urla e scoppi di rabbia. Reagiscono così negli ambulatori svizzeri i pazienti affetti da obesità, anche loro alle prese con la carenza del popolare Ozempic (originariamente per la cura del diabete) e di un altro preparato molto popolare per il trattamento del sovrappeso, il Saxenda.
Il boom di popolarità del farmaco, cavalcato sui social network e diventato vero e proprio fenomeno di costume, sta quindi causando molti problemi non solo ai diabetici ma anche a chi lo utilizza - sotto prescrizione e non - per i benefici dei suoi effetti secondari.
Chi soffre da tempo di obesità e, grazie alla “magica” iniezione ha visto i suoi chili scomparire, ora che è davvero merce rara (ci sono liste d'attesa lunghe centinaia di persone e anche gli studi medici non lo prescrivono più) spesso e volentieri crolla nella disperazione più nera.
Il motivo, scrive il TagesAnzeiger, è da una parte legato alla frustrazione e all'ansia nei pazienti che vedono cancellati i loro sforzi e i loro sacrifici dall'altra al fatto che, se non viene dimostrata una certa perdita di peso, la cassa malati non copre più. Insomma, un cane che si morde la coda.
Il recente ok di SwissMedic al Wegovy un farmaco analogo all'Ozempic (stesso principio attivo e stesso produttore) non sarà per tutti una soluzione. Il motivo è che, al momento, non è coperto dalla cassa malati e non tutti possono permettersi questo tipo di spesa extra.
Anche i medici sono stati colti impreparati da questa situazione, ora - scrive il quotidiano - la preoccupazione tanto degli specialisti quanto dei pazienti è di trovare un sostituto farmacologico. Invece, nei casi più gravi, dieta ed esercizio fisico non bastano.
«Per molte delle persone che abbiamo in cura l'aiuto farmacologico è fondamentale, spesso la loro obesità è frutto di problemi genetici, malattie o problemi psicologici. È vero che a monte c'è anche la questione dell'alimentazione e dello sport, ma in questi casi limite non è un fattore che può fare la differenza», spiega la dottoressa Susanne Maurer del Centro Adimed per l'obesità e la medicina metabolica.
«Rischiamo di perdere molti pazienti che erano sulla strada giusta», commenta invece Philippe Beissener del Centro per il diabete e l'obesità di Zurigo (Dazz), «forse per un po' non ce ne accorgeremo, ma con gli anni le patologie croniche in queste persone non tarderanno a manifestarsi, un dramma per loro e un costo non trascurabile per il nostro sistema sanitario».