Lo chiede una mozione di Beat Flach (Verdi liberali/AG) che il Consiglio federale si dice disposto a sostenere in aula.
BERNA - Per evitare rincari eccessivi degli affitti, in futuro potrebbe diventare obbligatorio indicare nei nuovi contratti l’importo della pigione degli ultimi due anni.
Lo chiede una mozione di Beat Flach (Verdi liberali/AG) che il Consiglio federale si dice disposto a sostenere in aula, alla luce anche del fatto che alcuni Cantoni applicano già una simile disposizione.
In Svizzera, argomenta il consigliere nazionale argoviese, gli affitti salgono in continuazione e spesso, al momento di un cambio di inquilino, il canone viene aumentato in modo sproporzionato. L’aumento dell’affitto può avere motivi legittimi (costi più alti, rincaro, investimenti di valorizzazione), sottolinea Flach, ma se è abusivo - aumento di almeno il 10% - va contestato entro 30 giorni. Ma per opporsi il nuovo locatario deve conoscere l’importo della pigione precedente, spiega il deputato verde-liberale, secondo cui la trasparenza "è alla base di un mercato liberale".
Nella sua risposta, il governo spiega di aver già proposto nel 2015 l’obbligo generale di utilizzo di un modulo al momento di stipulare un nuovo contratto di locazione, ciò che dovrebbe migliorare la trasparenza degli affitti nel caso di una nuova locazione. Da questa misura, che non interviene direttamente sul mercato degli alloggi per influire sulle pigioni, l'esecutivo si aspetta un certo effetto di contenimento dei prezzi.
Il Consiglio federale fa anche notare che i Cantoni dispongono già della competenza per rendere obbligatoria la comunicazione del canone di locazione precedente per il tramite di un modulo ufficiale: attualmente, il ricorso a tale documento è obbligatorio in cinque Cantoni (BS, GE, LU, ZG, ZH), mentre in due (NE, VD) lo è solo in parte. L’onere amministrativo supplementare, sottolinea il governo dando ragione a Flach, rimane entro limiti ragionevoli.