Se l'insonnia venisse trattata efficacemente il prodotto interno lordo potrebbe aumentare fino all'1,31%.
BERNA - Una testimonianza impressionante, anche se purtroppo non così rara, evidenzia un grave problema di salute - e anche economico - che attanaglia tanti svizzeri: la mancanza di sonno o meglio l’estrema difficoltà nel riuscire a dormire con inevitabili conseguenze su salute e lavoro.
La storia - E così la storia di Sabine - raccontata dal Blick - che da 20 anni convive con tali disturbi accende i riflettori su un problema molto diffuso. «A volte dormo solo due ore per notte e tutto poi nella vita quotidiana - Sabine è un’infermiera - si complica a partire proprio dal lavoro». Un disturbo aggravato dalla pandemia che è arrivato a manifestarsi anche con dolori a braccia e gambe che addirittura fecero pensare che Sabine potesse avere la SLA. «Leggo molto di notte, a volte anche noiosissimi manuali di istruzioni per cercare di conciliare il sonno, ma serve a poco». Solo una visita in una clinica specializzata ha in parte alleviato la sua condizione di sofferenza.
Dati - Secondo le cifre più recenti sul fenomeno un uomo su quattro e una donna su tre lamentano difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno. I problemi di sonno frequenti e persistenti che portano a interruzioni nella vita di tutti i giorni sono noti come insonnia cronica. Più del 10% degli svizzeri soffre di questo disturbo.
Conseguenze - Ciò ha un impatto economico e sociale, come dimostra uno studio del think tank Rand. Le persone con insonnia cronica si assentano dal lavoro il doppio di quelle senza disturbi cronici del sonno. Se l'insonnia venisse trattata efficacemente in Svizzera, il prodotto interno lordo potrebbe aumentare fino all'1,31%. Dato che corrisponde a un importo di 10,2 miliardi di franchi.
Politica - L’argomento ha suscitato interesse da parte del mondo politico. Sia la consigliera nazionale verde Manuela Weichelt (56) che il liberale Beat Walti (55) hanno chiesto approfondimenti specie sulle conseguenze sanitarie ed economiche dell'insonnia cronica. Ma il Consiglio federale si è espresso sottolineando come non ci fosse la necessità di intervenire, spiegando come i disturbi cronici del sonno rappresentino un onere per le persone colpite e riconoscendo come ciò abbia conseguenze sulla salute pur non ritenendo necessario effettuare uno screening come chiesto da Weichelt, visto che l'assicurazione di base copre già diverse offerte per il trattamento dell'insonnia cronica. Lo stesso vale per la psicoterapia.