Domenica 31 marzo le lancette degli orologi dovranno essere spostate in avanti di un'ora.
BERNA - Quest'anno il coniglietto di Pasqua dovrà affrettarsi a nascondere le uova di cioccolata. Il passaggio all'ora legale cade infatti nella notte di domenica 31 marzo, giorno che coincide con la festività che commemora la resurrezione di Gesù.
Alle 2 di notte, quindi, le lancette degli orologi andranno infatti spostate alle 3. Sessanta minuti di sonno in meno che recupereremo il prossimo 27 ottobre, quando le lancette compieranno il percorso inverso.
L'ora legale - come ricordato dall'istituto federale di metrologia (METAS) - inizia sempre l'ultima domenica di marzo e si esaurisce l'ultima domenica di ottobre.
Il METAS - In Svizzera il METAS è responsabile della realizzazione e diffusione dell'ora ufficiale svizzera. A tale scopo nei suoi laboratori gestisce diversi orologi atomici, partecipando alla realizzazione del tempo mondiale coordinato. Dai dati di circa 350 orologi atomici di oltre 60 laboratori di riferimento per la misurazione del tempo sparsi in tutto il mondo l'Ufficio internazionale dei pesi e delle misure (BIPM) ha calcolato il tempo universale coordinato (Universal Time Coordinated, UTC). Questo è il tempo di riferimento mondiale, che dà il ritmo per tutti i fusi orari. Gli orologi atomici particolarmente precisi, i cosiddetti campioni di frequenza primaria, svolgono un ruolo particolare nella regolazione del tempo mondiale. Una dozzina di tali campioni contribuisce regolarmente all'accuratezza del tempo mondiale. Uno di questi orologi atomici speciali, la Fontaine Continue Suisse, si trova presso il METAS. Questo esemplare è così preciso che ci vorrebbero 30 milioni di anni prima che due orologi simili indicassero una differenza di un secondo.
La storia dell'ora legale - In Svizzera l'introduzione dell'ora legale è avvenuta nel 1981 per armonizzare gli orologi elvetici con quelli dei Paesi vicini. In Europa, l'ora estiva era entrata in vigore qualche anno prima nell'ambito di un dibattito sul risparmio energetico. Ma non tutti erano d'accordo.
All'inizio bocciata - Emblematica in tal senso la votazione avvenuta nel maggio del 1978 quando l'introduzione dell'ora legale era stata bocciata con il 52%. Governo e parlamento si affrettarono però a promulgare una seconda legge, che entrò in vigore il primo gennaio 1981, per evitare i problemi creati dalle differenze di orario con i paesi circostanti, ormai già tutti allineati.
«Tanto a Berna fanno quello che vogliono» - Contro queste disposizioni, considerate un diktat dall'estero, venne lanciato un secondo referendum capitanato dall'allora giovane consigliere nazionale Christoph Blocher, che non riuscì a raccogliere le firme necessarie. Pure insufficiente fu il sostegno a un'iniziativa popolare per la reintroduzione dell'ora solare. Da allora il tema viene comunque costantemente citato come esempio da chi ritiene che votare non serve a nulla, «tanto a Berna fanno quello che vogliono».
Tema che affascina - Il tema dell'ora legale affascina la popolazione mondiale ormai da generazioni. Le origini del dibattito vengono fatte risalire alla fine del 1700, più precisamente al 1784, quando l'inventore del parafulmine Benjamin Franklin pubblicò la sua proposta sul quotidiano francese "Journal de Paris". Le riflessioni di Franklin si basavano sulla volontà di risparmiare energia ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l'idea venne ripresa dall'inglese William Willet, che elaborò un nuovo approccio. La proposta trovò seguaci: nel 1916 la Camera dei comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time che implicava lo spostamento delle lancette un'ora in avanti durante l'estate. Diversi paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra (il primo conflitto mondiale era scoppiato nel 1914) il risparmio energetico era una priorità.
Bocciato durante la Prima Guerra mondiale... - Anche la Germania passò al nuovo sistema (per abbandonarlo poi di nuovo con la Repubblica di Weimar). In Svizzera il Consiglio federale esitò, ma il 24 marzo 1917 rinunciò ad adottare la novità. I risparmi erano giudicati insufficienti: secondo il Governo le statistiche concernenti le quantità di carbone economizzate non erano abbastanza probanti.
Attuato (per poco) durante la Seconda - Si temevano inoltre gli squilibri provocati al ritmo di vita di uomini e animali. «I giorni di lavoro della nostra popolazione agricola sono già abbastanza lunghi», affermavano quelli che allora erano chiamati i "sette saggi". Il tema tornò d'attualità durante la Seconda Guerra mondiale. L'esecutivo federale decise di applicare il sistema nel 1941 e nel 1942, nell'intento di economizzare energia. Ma visto che non si osservarono gli effetti voluti si tornò alla tradizione.
Armonia continentale - Intanto gli altri Paesi stavano sperimentando. Nella Germania prostrata dalla guerra, tra il 1947 e il 1949, si instaurò addirittura una "Hochsommerzeit" (alta ora estiva). Nel periodo compreso tra l'11 maggio e il 29 giugno le lancette venivano spostate in avanti di un'ulteriore ora. Da notare inoltre che nella zona occupata dall'URSS vigeva l'ora di Mosca: i cambiamenti di orario nello spazio di pochi chilometri potevano quindi essere notevoli. Dopo lo choc petrolifero del 1973 sempre più nazioni europee aderirono alla nuova usanza. Come detto la Svizzera ci arrivò nel 1981, un anno prima la Germania e l'Austria, ma prima di allora il sistema era già in vigore in Italia (dal 1966) e Francia (1976). Il cambiamento d'ora estivo è stato introdotto in tutti i paesi dell'Unione europea all'inizio degli anni Ottanta. Dal 1996, la durata del cambiamento è stata armonizzata a livello continentale: dall'ultima domenica di marzo all'ultima di ottobre.