Non sono più una rarità, neppure in Svizzera. Gli esperti avvertono: il numero di diagnosi è in aumento. Ma come mai succede?
ZURIGO - Stanchezza costante, distanza emotiva, sensazione di non essere più in grado di affrontare le richieste dei propri figli. Appare con queste sembianze il burnout genitoriale sempre più frequente e diffuso, anche in Svizzera. Le cause? Lo stress, il poco tempo a disposizione, l'incapacità e l'impossibilità di creare un reale equilibrio tra vita e lavoro.
Tra le diverse testimonianze raccolte da 20 Minuten, c'è quella di Sonia, 36 anni. È una mamma single di un figlio di tre anni e mezzo che - racconta - «per sbarcare il lunario faccio due lavori: il primo in un ufficio delle imposte, il secondo come badante».
Ammette di essere «costantemente esausta e spesso vorrei essere altrove, anche quando sono a casa. Ogni volta che mi alzo al mattino ho la nausea e penso tra me e me: "Come farò ad affrontare la giornata? Vorrei solo che fosse di nuovo sera per poter dormire. Mi sembra una lotta costante per la sopravvivenza».
Fenomeno in aumento negli ultimi anni - Sonia è solo uno dei tanti genitori esausti e sopraffatti che ogni giorno si mette in contatto con il centro di consulenza svizzero Elternnotruf.
Matthias Gysel, collaboratore dell'ente, spiega che tre quarti delle chiamate che ricevono sono donne, gli uomini chiamano meno spesso. La sua impressione è che il fenomeno sia aumentato negli ultimi anni e che abbia raggiunto il suo apice durante la pandemia di coronavirus: «Questo periodo è stato estremo per molti genitori: gli asili nido erano spesso chiusi e i nonni non potevano dare una mano a causa della possibilità di infezione. Molti genitori si sentivano soli e completamente sopraffatti». Ritiene poi che la ragione principale che porta all'esaurimento dei genitori sia la pressione a livello sociale e personale.
«I genitori di oggi devono funzionare a tutti i livelli: al lavoro, nelle scuole dei figli, a casa. Allo stesso tempo, molti genitori si sottopongono a un'enorme pressione per conformarsi all'immagine che la società ha della famiglia perfetta».
Eliminare il tabù e chiedere aiuto per il bene di genitori e figli - La stanchezza inevitabilmente si ripercuote sui figli. Come spiega Alessandra Weber, direttrice dell'Institut Kinderseele Schweiz a 20 Minuten: «I genitori hanno una grande responsabilità e devono continuare a essere presenti per la famiglia e i figli nonostante lo stress mentale. Questo può portarli a raggiungere i propri limiti nel loro ruolo di genitori. I bambini si accorgono subito quando i livelli di energia dei genitori si abbassano e non sono più in grado di soddisfare pienamente i loro bisogni, anche se cercano di nascondere la loro stanchezza».
Le conseguenza mostrano «un calo del rendimento scolastico, perché meno capaci di concentrarsi. Altri bambini reagiscono facendo uno sforzo in più e ottenendo buoni voti, per non essere un peso per i genitori. In casi estremi, come quando i genitori hanno pensieri suicidi, i figli vogliono stare vicino a loro per assicurarsi che non accada nulla di male». La sfida più grande ora «consiste nell'eliminare il tabù dall'argomento e nell'incoraggiare i genitori a parlare apertamente dei loro problemi e a cercare aiuto. Questo è l'unico modo per garantire che sia gli adulti che i bambini ricevano il sostegno di cui hanno bisogno».