L'esperto boccia la proposta del PS: «I problemi non diminuirebbero». Tre le possibili alternative.
BERNA - La stagione invernale sarà contraddistinta da una «massiccia carenza di medicinali». A dirlo, nelle settimane passate, in un’intervista concessa alla SRF, è la presidente di PharmaSuisse Martine Ruggli-Ducrot. «Arriveranno a mancare dai 700 ai 1’000 farmaci - aveva spiegato - e la situazione, da anni, è in costante peggioramento».
PS: «Nazionalizzare la Sandoz» - Le catene di approvvigionamento «sono più instabili» e, a farne le spese, sono soprattutto gli antibiotici. Per far fronte alla crisi dei farmaci, il PS ha proposto l’acquisto dell'azienda farmaceutica Sandoz. Nello specifico, secondo il partito, la realtà di Basilea dovrebbe essere trasferita a un istituto di utilità pubblica, finanziato con un prestito senza interessi da parte della Banca nazionale svizzera (BNS).
«Le decisioni dell'azienda vanno a discapito della nostra salute» - Il gruppo costa circa 15 miliardi di franchi, è stato sottolineato dal PS: con questa operazione si migliorerebbe l'offerta di farmaci generici, standard e di nuovi antibiotici. «Le imprese farmaceutiche stanno già eliminando i settori meno redditizi, come la produzione di antibiotici - afferma la presidente dei socialisti Mattea Meyer - questa decisione va a discapito della nostra salute». Il PS ritiene che se la Sandoz appartenesse allo Stato, l'azienda si preoccuperebbe più di fornire cure alla popolazione che di realizzare profitti per i suoi azionisti.
Come funziona all'estero - La Svizzera non è l’unica nazione ad avere il problema della carenza di medicinali. Stando a quanto riporta la SRF, la California ha stretto una partnership con un’azienda farmaceutica per produrre insulina: in questo modo, i pazienti affetti da diabete potranno ottenere il farmaco a prezzo dieci volte inferiore a quello presente sul mercato USA. In Francia, invece, attraverso investimenti ad hoc, lo Stato ha convinto le imprese del settore a produrre il paracetamolo.
«Nazionalizzare la Sandoz? Assurdo» - Per la Svizzera la nazionalizzazione sarebbe la soluzione giusta? In realtà, per Tilman Slembeck, economista del settore sanitario all’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW), l’autonomia ha un costo. «Molti Paesi se ne sono accorti durante la pandemia - aggiunge l’esperto - ed è assurdo pensare di nazionalizzare la Sandoz. La produzione di farmaci “in proprio” non funzionerebbe in un paese piccolo come la Svizzera. Non si risolverebbero i problemi».
Scambiare tecnologia con principi attivi - Slembeck indica alcune possibili strade da percorrere: «L’intervento statale nel settore farmaceutico non è comunque sbagliato - precisa - è importante incrementare le scorte. Inoltre, dobbiamo puntare molto sulla cooperazione con le nazioni estere: noi siamo molto “forti nella ricerca”, quindi potremmo scambiare le nostre conoscenze tecnologiche e mediche con i principi attivi».