Così Oswald Grübel, il banchiere più celebre della Svizzera
ZURIGO - Il presidente americano Donald Trump è la persona con la maggiore fiducia in sé stessa mai incontrata: lo afferma Oswald Grübel, il banchiere probabilmente più celebre della Svizzera, protagonista di una carriera decennale che lo ha portato ai vertici prima di UBS e poi di Credit Suisse (CS).
«Può fare ciò che vuole» - «Trump sta facendo quello che ogni presidente fa per il suo paese: si occupa dei suoi elettori e non del resto del mondo», argomenta l'81enne in un'intervista pubblicata oggi dal Tages-Anzeiger (TA). «Gli Stati Uniti sono la potenza più forte del mondo dal punto di vista economico e militare, quindi può fare ciò che vuole. Proprio come ha fatto Biden in passato».
«O gli saranno grati o lo malediranno» - «Gli Usa devono spendere gran parte delle entrate statali in interessi. Ecco perché Trump vuole usare i dazi per ridurre il debito. Lo ha detto chiaramente nel suo programma elettorale, ma a quanto pare nessuno gli ha creduto: come si può essere così ingenui? La maggioranza degli americani ha votato per Trump e gli sarà grata - o lo maledirà un giorno».
«Il più vendicativo» - Il resto del mondo - osserva il giornalista del quotidiano zurighese - lo sta già maledicendo... «Questo è pericoloso. Il suo staff è in grado di dirgli tutto ciò che viene detto su di lui in Europa: non conosco nessuno che sia vendicativo come Donald Trump», mette in guardia il presidente della direzione di UBS (2009-2011) e di CS (2007-2015).
«Nessuno così convinto di sé» - «Lo incontrammo nella nostra banca a New York alla fine degli anni Ottanta. Non ho mai conosciuto nessuno che fosse così convinto di sé e che lo facesse sapere a tutti. Purtroppo in modo sfacciato, persino offensivo», ricorda il professionista. «Si è presentato a noi banchieri come un commerciante di immobili e ci ha imposto quello che dovevamo fare per lui. Ho detto: aspetti un attimo, di solito diciamo quello che vogliamo e poi vi diamo i soldi in base a quello. Ma le banche statunitensi hanno accettato il suo gioco, quindi abbiamo dovuto adattarci in seguito. Gli Stati Uniti funzionano semplicemente in modo diverso e molti europei ancora oggi non se ne rendono conto, è inutile agitarci a lungo per questo».
Secondo Grübel, in materia di dazi nel frattempo Trump non ha proceduto a un cambio di rotta, bensì solo a un rinvio di tre mesi. «E le tariffe del 10% rimangono», osserva. Intanto la Svizzera deve continuare a negoziare con Trump. «La Confederazione ha spesso collaborato con il governo statunitense nei servizi diplomatici, quando era ancora neutrale».
Sul fronte finanziario la borsa va male e continuerà a farlo per un po'. «In passato durante le recessioni globali i corsi sono scesi fino all'80% rispetto al loro picco. Oggi questo è però inimmaginabile. Ciò offre di nuovo buone opportunità di acquisto: naturalmente è peccato se poi non si hanno più soldi», chiosa l'ex dirigente che, fatto poco noto, ha trascorso i primi anni di vita nell'allora Germania dell'est, prima di scappare all'ovest nel 1952 all'età di otto anni.
A suo avviso al momento è però ancora troppo presto per rientrare sul mercato. «Vi sono infatti altri problemi oltre ai dazi: bolla del credito, sovraindebitamento e molto altro ancora; i minimi devono ancora arrivare», spiega. «Anche in una situazione di crisi, ci sono titoli che salgono. Ma se i dazi restano in vigore, tutto fa pensare a una recessione e a una crescita scarsa o nulla. La cosa migliore da fare ora è lasciare il proprio denaro in contanti o investire in obbligazioni a breve termine». Se si perde il 50%, si deve poi guadagnare il 100% per tornare allo stesso livello. «La maggior parte degli investitori non se ne rende conto», conclude Grübel.