Avrebbe versato diversi milioni nelle casse dello Stato Islamico e ad altre organizzazioni per un impianto di cemento
PARIGI / RAPPERSWIL - Confermato l'atto di accusa contro Lafarge. La Corte d'appello di Parigi si è decisa per il processo. L’azienda, oggi affiliata alla svizzera Holcim, avrebbe versato diversi milioni di euro nelle casse dello Stato Islamico e di altre organizzazioni terroristiche al fine di mantenere attivo un impianto in Siria. Per questo sarebbe «complice di crimini contro l'umanità».
È una storia giudiziaria iniziata cinque anni fa. Le indagini erano state aperte nel 2017, e nel 2019 la stessa Corte di appello di Parigi che oggi ha confermato l'accusa, aveva stabilito che non c'erano «abbastanza indizi importanti o indicatori» del fatto che l'ex multinazionale francese Lafarge fosse «complice di crimini contro l'umanità».
La Corte di Cassazione, l'organo giudiziario più importante in Francia, aveva ribaltato questa decisione affermando che «si può essere complici di crimini contro l'umanità anche se non c'è l'intenzione di associarsi alla commissione del crimine in sé». In poche parole, basta partecipare a livello economico.
I fatti imputati a Lafarge, che dal 2015 è parte integrante di Holcim, risalgono al 2013-2014. La multinazionale era stata accusata di aver versato diversi milioni di euro a organizzazioni terroristiche, tra le quali anche lo Stato Islamico, al fine di mantenere in funzione l'attività del cemento in Siria. In questo modo, quindi, si sarebbe resa «complice di crimini contro l'umanità» in quanto questi soldi sarebbero poi serviti alle organizzazioni criminali a organizzare degli attentati, forse anche quelli avvenuti in Europa negli anni successivi.
France24 riporta che in seguito alla conferma dell'accusa, il gruppo del cemento Holcim ha comunicato di essere convinto che «questa accusa non dovrebbe essere mossa contro Lafarge Sa, e che verrà fatto appello in Corte di Cassazione».