Contratti a tempo determinato e possibilità di disdetta limitate. Così i nervi dei ticinesi sono messi a dura prova. E l'Associazione Inquilini è sommersa di lamentele.
LUGANO - Padroni di casa sempre più “cattivi” nella Svizzera italiana. E non solo per l’aumento globale degli affitti (+0,3%) previsto dall’autorevole società di consulenza immobiliare Wüerst & Partner. Contratti a tempo determinato e possibilità di disdetta limitate mettono a dura prova i nervi dei ticinesi. E le lamentele registrate dall’Associazione Svizzera Inquilini (ASI) sono in crescita. «Da qualche tempo - conferma Valentina Vigezzi Colombo, segretaria generale per la Svizzera italiana - si tende a fare stipulare contratti con scadenza annuale. E le proteste sono parecchie».
La grande paura - C’è malfidenza tra i locatari ticinesi. Il fenomeno deriva soprattutto dalla situazione economica di molte famiglie, incapaci di pagare gli affitti con regolarità. «Si preferisce dunque fare stipulare un contratto per un solo anno - riprende Vigezzi Colombo -. Poi se l’inquilino si è comportato bene, lo si rinnova».
Manca la fiducia - Il problema è che a quel punto, una volta conquistata la fiducia del proprietario, l’inquilino avrebbe teoricamente diritto ad avere un contratto a tempo indeterminato. «Cosa che, tuttavia, sempre più spesso non accade. I locatari vogliono tutelarsi in tutti i modi».
Termini di disdetta - E lo si vede anche nei termini di disdetta. Oggi uscire da un appartamento in affitto non è più così semplice. «In Svizzera interna di solito si dà un preavviso di tre mesi. E spesso c’è la possibilità di uscire alla fine di ogni mese». In Ticino la situazione è diversa. «Dagli appartamenti del Luganese si può uscire due volte all’anno. Nelle altre località del Ticino le date di uscita sono invece quattro all’anno».
Inchiodati in casa - Questo è quanto dice indicativamente la legge. La realtà però dimostra che i locatari tendono a mettere nel contratto una clausola che sta creando diverse discussioni. «Molti obbligano il proprio inquilino a potere uscire dall’appartamento una sola volta all’anno. Questo spesso si trasforma in un grosso problema. Immaginatevi chi divorzia. Uno resta da solo in un appartamento che prima si pagava in due».
Subentrante cercasi - Il vincolo della scadenza annuale provoca non pochi litigi nella Svizzera italiana. «Anche perché poi l’inquilino deve trovare un subentrante entro i tre mesi dopo la disdetta. Per legge ne basta uno solvibile. Ma non è facile, i prezzi sono troppo alti e la scelta è ampissima. Se non lo trova, deve continuare comunque a pagare l’appartamento. Chi vive in un appartamento costoso ha spesso difficoltà a trovare il subentrante».
Buonsenso e onestà - E così l’ASI si ritrova quasi quotidianamente confrontata con gente disperata. «Che magari sta pagando in contemporanea sia l’appartamento in cui abita, sia quello da cui è uscito ma per il quale non ha trovato subentrante. A questi livelli dovrebbe esserci anche un po’ di buonsenso e di onestà da parte del locatario. I compromessi si possono sempre trovare. Invece a volte si va in tribunale».
Momento delicato - Alcuni inquilini in uscita, pur di liberarsi del vecchio appartamento, arrivano addirittura a pagare il primo mese d’affitto al subentrante. «Così come ci sono locatari che aprono gli occhi e abbassano l’affitto. È un momento particolare. I locatari da una parte hanno paura a vincolarsi. Dall’altra temono di essere lasciati a piedi. E spesso, pur di avere una sicurezza, eludono le norme».