I legali dell'Ente si erano opposti considerando che l’ordine della Corte d’appello dello scorso novembre non lasciava margine di manovra al pretore
BELLINZONA - Il Tribunale federale non è entrato nel merito del ricorso presentato dall’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) in merito al processo per il contagio da epatite C avvenuto al Civico di Lugano nel 2013.
Nel novembre 2016 l’EOC era stato condannato e aveva ricorso. Lo scorso novembre la Corte di appello e di revisione penale aveva accolto l'appello contro la sentenza di primo grado. Aveva deciso di annullare la sentenza e di rinviare la causa al tribunale di prima istanza, «che provvederà a rinviare l’accusa al pubblico ministero, affinché la rettifichi e/o la completi», per procedere in seguito «a un nuovo giudizio motivato in modo conforme ai dettami del Codice di procedura penale».
L’EOC aveva presentato ricorso al Tribunale federale, considerando che l’ordine della Corte d’appello non lasciava margine di manovra al pretore che, di conseguenza, avrebbe calibrato l’atto d’accusa a suo piacimento, violando il principio dell’immutabilità.
Secondo il Tribunale federale il ricorso è inammissibile, in quanto le motivazione non sono valide. I legali dell’EOC - contattati dalla RSI - valuteranno l’opzione del ricorso.
Ricordiamo che quattro pazienti – nel frattempo tutti guariti – erano stati contagiati dal virus dell’epatite C nell’ambito delle procedure preparatorie per un esame di tomografia assiale computerizzata, nel Servizio di radiologia del Civico. Secondo l’accusa, la mancata identificazione della persona responsabile della manipolazione errata era dovuta a una carente organizzazione interna. Sul piano civile, l’EOC si è subito assunto le proprie responsabilità, mettendo a disposizione di tutti i pazienti coinvolti il sostegno necessario.