Il gruppo di sostegno “Grazie Cardiocentro” valuta positivamente la disponibilità del Consiglio di Stato. Ma minaccia «azioni più incisive» qualora il dialogo non vi fosse o non portasse a soluzioni
LUGANO - Si è svolto ieri, giovedì, l’incontro del gruppo di sostegno “Grazie Cardiocentro” per fare il punto della situazione e definire i prossimi passi.
Nel corso dell’incontro sono stati valutati gli esiti della riunione che si è tenuta mercoledì a Palazzo delle Orsoline tra i rappresentanti dell’ospedale del cuore e il Governo, incaricato di fare da mediatore con l’Ente Ospedaliero cantonale. Il gruppo «valuta positivamente la sensibilità all’ascolto manifestata dai Consiglieri di Stato e la disponibilità del Governo ad assumere il ruolo di mediatore». Per il gruppo di sostegno «si tratta di un primo passo importante nella direzione auspicata».
Più di vent’anni fa - lo ricordiamo - è stata siglata una convenzione che stabiliva che nel 2020 la struttura sarebbe passata sotto l’EOC, ma ora che la data si avvicina c’è chi vorrebbe mantenere lo status quo e l’autonomia della struttura. Sentimento condiviso da cittadini e politici, infatti il gruppo ha già raccolto oltre 1’000 adesioni in pochi giorni e da ogni angolo del cantone.
Nel suo incontro “Grazie Cardiocentro” ha anche vagliato le varie opzioni sul tavolo che potrebbero portare a una soluzione positiva della vicenda. Per questo motivo il gruppo auspica che il Consiglio di Stato «convochi quanto prima le parti per capire se c’è margine per riavviare i negoziati: un margine che forzatamente passa dalla disponibilità da parte dell’EOC a rivalutare certi arroccamenti manifestati negli ultimi mesi».
Il gruppo “Grazie Cardiocentro” ha intenzione di proseguire nella raccolta di adesioni e di elaborazione di proposte «volte a trovare una soluzione positiva nell’interesse dell’intero sistema sanitario cantonale».
Qualora però «la situazione perdurasse troppo a lungo nell’incertezza, o peggio, nella logica del muro contro muro», il Gruppo si riserva la facoltà di «proporre azioni più incisive». La soluzione preferita, però, resta un accordo tra le parti reso possibile dalla mediazione del Governo.