Tante le preoccupazioni da parte del Governo e dell'Ente ospedaliero. Chiesta una transizione di 15 anni
LUGANO - I conti del Cardiocentro preoccupano tutti, dall’Ente ospedaliero al Governo. In cinque anni (2012-2016) infatti sono stati registrati 23 milioni di perdite d’esercizio, come riporta oggi il Caffè. E la cifra non comprende la rivalutazione (nel 2016) dello stabile del Cardiocentro per 13,5 milioni di franchi.
Al centro delle discussioni fra i vari attori figurano soprattutto i risultati d’esercizio. Nel 2020 infatti la Fondazione che gestisce dal 1995 il Cardiocentro dovrà essere sciolta e passerà da privato a pubblico, cioè all’Ente ospedaliero, come scritto nell’atto di fondazione.
Ma ora, quasi allo scadere, il Cardiocentro vorrebbe conservare la propria autonomia finanziaria. In questi giorni ha scritto al governo chiedendo di allungare la fase di transizione a 15 anni.
A preoccupare il Governo non sono solo i prossimi progetti (come ad esempio l’operazione Mizar da 10 milioni di franchi) ma anche i versamenti a favore di fondazioni private collegate ai progetti di ricerca.