Cerca e trova immobili

LUGANO«Non abbiamo debiti e le statistiche non salvano le vite»

23.05.18 - 18:03
Tutte le cifre e le paure del Cardiocentro che vive il trapianto nell’Ente ospedaliero con apprensione: «Ci hanno parlato anche della delocalizzazione di 70 persone».
Tipress
«Non abbiamo debiti e le statistiche non salvano le vite»
Tutte le cifre e le paure del Cardiocentro che vive il trapianto nell’Ente ospedaliero con apprensione: «Ci hanno parlato anche della delocalizzazione di 70 persone».

LUGANO - «I numeri vanno interpretati». Con questa premessa il Cardiocentro ha messo sul tavolo il proprio bilancio. Per sottolineare che le finanze dell’ospedale del cuore «sono sane e la struttura non ha assolutamente debiti». È una reazione agli articoli del Caffè che si è focalizzato in verità sulle «perdite d'esercizio» dal 2012 al 2016 e soprattutto al portale Gas che, equivocando, ha parlato di «debiti». Una parola che ha fatto sobbalzare il presidente del consiglio di fondazione Giorgio Giudici: «Stiamo facendo delle operazioni di investimento e non a debito. La ricerca è diventata nel tempo una componente importantissima per noi».

Il peso della ricerca - L’operazione messa in atto durante la conferenza stampa è stata appunto quella di separare i risultati della gestione ospedaliera, che resta in attivo seppur per soli 44’298 franchi nell’anno 2017, da quello che è il finanziamento della ricerca (che lo scorso anno ha rappresentato il 7% del budget complessivo). Per la ricerca, ha ricordato il membro di fondazione Claudio Massa, sono stati investiti nel periodo 2012-15 oltre 18 milioni di franchi (senza chiedere un soldo al Cantone, ma sempre tramite l'autofinanziamento). Mentre sui risultati d’esercizio altalenanti, «che non si possono verificare di anno in anno» perché legati al valore del punto Drg. Un valore tecnico che sarebbe, è stato spiegato, all’origine della diminuzione del fatturato, più basso nel 2017 con 67,14 milioni di franchi per  2.905 pazienti rispetto al 2012 (67,5 milioni per 2.666 pazienti). Colpa della diminuzione delle tariffe. Su un altro punto oggetto di polemica, la rivalutazione dell’immobile, i 13 milioni di franchi contabilizzati sarebbero «ammortamenti in più fatti nel passato».

Il Cardiocentro «non si smonta» - Ma al di là delle cifre, che sono importanti per il matrimonio in vista con l’Ente ospedaliero e si sa meglio non far nozze coi fichi secchi, al di là di numeri di cui è stata contestata l’interpretazione, il punto dolente resta l’impressione di assedio vissuta dal vertice di una struttura che conta 350 dipendenti. «Non si è costruito qualcosa per smontarla, ma per incrementarla» ha detto Giudici. Aggiungendo a proposito delle cure ai pazienti: «Guai se qualcuno dall’esterno venisse a sentenziare che qualcosa non si può fare».

Le statistiche? «Nel cestino» - Un altro capitolo dolente è stato quello delle statistiche degli interventi che piazzano il Cardiocentro al di sopra della media svizzera: «Non posso dire che questo paziente non lo opero perché siamo fuori dai numeri. Ma scherziamo!» ha detto il fondatore del Cardiocentro, il professor Tiziano Moccetti. «Perché non si parla della mortalità da infarto che è la più bassa della Svizzera. Ho 80 anni e la mia memoria storica mi permette di ricordare che dal 30% degli anni 70 si è scesi grazie ai nostri protocolli al 6 e ora siamo al 3%. Invece veniamo criticati per il 2-3% di interventi sopra la media. Ma il Ticino non è Appenzello». E sempre sui numeri ha chiuso lapidario Giudici: «Non sono le statistiche che salvano la vita di una persona. Potete buttarle anche nel cestino».

La pressione di Moccetti - Ci sono solo cento passi e un corridoio che separano l’Ospedale civico dal Cardiocentro ma oggi sembrano un fossato. S'avvicina il 2020 con il ritorno della struttura nell’alveo pubblico e nell’ospedale del cuore salgono le palpitazioni: «Ci spaventa la delocalizzazione - ha detto il professor Tiziano Cassina - . Durante un incontro con i sindacati ci hanno parlato di 70 collaboratori da ricollocare. Tutto ciò non crea un buon ambiente». Da qui la richiesta di più tempo: «Chiediamo un periodo di transizione di 10-15 anni, un periodo necessario per costruire un Istituto Cuore-Vasi-Polmoni», ha aggiunto il medico che è incaricato delle trattative con l’Eoc. Qualcuno con queste voci, ha detto Giudici, «fa del del terrorismo e cerca di destabilizzare». E qualcuno ha avuto anche un sobbalzo: «Sono ipoteso, ma quando mi hanno detto che qui, dove siamo ora, potrebbe nascere l’ambulatorio del Civico mi è salita la pressione. È stato uno schiaffo».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

vulpus 6 anni fa su tio
Come qualcuno già ha scritto il Cardiocentro è una eccellenza per il nostro cantone e oltre. Al cantone forse fa gola per la questione economica. Si son messi in testa che avrebbe reso in soldoni.Poi la doccia fredda del domenicale che ha pubblicato delle cifre ,che hanno fatto insinuare dubbi sulla sui debiti che il cardiocentro avesse accumulato, e allora tutti a tirare il freno. Visto che la Cardiologia è stata ad appannaggio dei privati e con molto successo, perchè l'Ente pubblico vuole andare a ravanare per accaparrarselo? Gli accordi sottoscritti allora prevedevano questo, ma probabilmente con presupposti di allora. Sarebbe ora e opportuno che i politici scendano un attimino dallo sgabello e lascino funzionare come ora questo gioiellino medico che tanto ha fatto per i Ticinesi e il Ticino. Si applichi una formula che ne garantisca autonomia operativa, economica e gestionale, se non vogliamo riprendere il treno per Berna o Zurigo!

mgmb 6 anni fa su tio
Il cardiocentro così com'é é un onore per il ticino, é una realtà a livello mondiale. Non mollate, quello che funziona va mantenuto a tutti i costi.

Zico 6 anni fa su tio
Risposta a mgmb
concordo in toto

Gus 6 anni fa su tio
I numeri vanno interpretati! Certo per lui solo quando devono rientrare negli interessi luganesi (anche a danno del Cantone!). In uno stato di diritto le convenzioni si rispettano, altrimenti dimostriamo che siamo con il Sudamerica. E che certi poteri ticinesi siano come quelli sudamericani purtroppo non è più da dimostrare; è soltanto da vedere!

Polifemo 6 anni fa su tio
Risposta a Gus
Ma per piacere... Il Cardiocentro ha salvato fior di persone provenienti da tutto il cantone e non mi sembra proprio che abbia danneggiato la collettività. É vero invece che la politica sanitaria ticinese, ancora in mano ai campanilismi, sia a dir poco azzardata. Quanti ospedali e cliniche abbiamo sparse per il cantone? Noi sovvenzioniamo anche le strutture private con i soldi di tutti... Vorrei vedere se qualcuno ti “sponsorizza” la tua attività commerciale... O sbaglio?

navy 6 anni fa su tio
La gestione di un‘ entità come il cardiocentro va fatta da persone che vedono e capiscono i numeri. I blablabla politici sono contorno con, alla fine, poco o nulla valore aggiunto.

seo56 6 anni fa su tio
Rispettare i contratti e le volontà... il resto è solo un bla..bla per garantire i privilegi di pochi...
NOTIZIE PIÙ LETTE