Covid-19, il direttore del Dipartimento del territorio: «Mascherina su treni e bus? Non credo negli obblighi».
Le soluzioni alternative per non intasare le strade: «Lavoro da casa, oppure uso della bicicletta elettrica». Su AlpTransit: «Non ci saranno ritardi».
Durante il lockdown, e nel corso delle relative conferenze stampa, è stato il consigliere di Stato più silenzioso. L’effetto Covid-19, con la ripartenza dell’economia, va ora però a toccare, inevitabilmente anche il Dipartimento diretto da Claudio Zali. Quello del territorio.
Lei ha lottato a lungo, e con ottimi risultati, per la promozione dei mezzi pubblici. Oggi si trova a non poterlo fare…
«Allo stato attuale delle cose è difficile consigliare alla gente di usare il mezzo pubblico come lo si faceva prima. Comprendo la preoccupazione degli utenti. Il trasporto pubblico serve per concentrare tanti viaggiatori, togliendoli dalle strade. Oggi questo è un punto debole».
Si dibatte molto sull’obbligo della mascherina sui mezzi pubblici. Cosa ne pensa?
«Io non sono per gli obblighi. Se ci sono solo due persone in un vagone del treno, molto distanti tra loro, non ha senso che uno metta la mascherina. Se il treno è affollato, invece sì. Sarei più per una raccomandazione della mascherina, a seconda delle circostanze. Non tutti i viaggi sono uguali. Un conto è farsi il viaggio da Bellinzona a Locarno. Un conto è viaggiare per tre fermate».
Anche il car pooling al momento rischia di non essere gettonato.
«È normale. Io continuerò a insistere sull’importanza di trovare delle soluzioni per sgravare la rete stradale ticinese. Però prima di tutto viene la salute delle persone. Quindi ora come ora non è il caso di spingere».
Le strade rischiano di intasarsi parecchio nelle prossime settimane.
«Il lockdown ci aveva portato anche degli effetti positivi. Con un’aria più pulita e con un traffico decisamente scorrevole. Ci si aspettava un boom di traffico con le riaperture dell’11 maggio. Così non è stato. È chiaro, tuttavia, che il problema prima o poi si presenterà».
Che soluzioni propone?
«In questi mesi il lavoro da casa ha avuto successo. Le aziende che hanno la possibilità di permettere ai propri dipendenti l’home working continuino a farlo. In caso contrario, là dove è possibile, consiglio l’uso di mezzi di trasporto come la bicicletta elettrica».
Una domanda personale. Umanamente come ha vissuto questi mesi?
«Pur non esponendomi in prima persona, ho partecipato anche io alle discussioni e alle decisioni del Governo. Sentivo il peso della responsabilità. Nessuno è preparato per una cosa del genere».
Chiudiamo con AlpTransit. Il progetto subirà ritardi a causa del Covid-19?
«Non penso. L’inaugurazione è prevista per il 14 dicembre 2020. Faremo il possibile per fare partire tutto in maniera puntuale. Compreso il concetto di trasporto pubblico 2.0. D’altra parte mi auguro che da qui a dicembre la situazione riguardante il Covid-19 sia mutata decisamente in positivo».