Il presidente dell'Asi sulle piccole e medie imprese: «Si rischia un bagno di sangue»
La proposta? «Adottare il "modello Ginevra"»
LUGANO - «È scandaloso! Dopo un mese e mezzo, da quando abbiamo scritto al Cantone, ancora tutto tace». La mancata risposta alla richiesta di intervento sulle pigioni delle piccole e medie imprese ha lasciato interdetto il presidente dell'Associazione Svizzera degli Inquilini (sezione ticinese), Adriano Venuti. «Un agire, quello del Governo - ci tiene a sottolineare -, che non ha giustificazione alcuna». Tanto che l'ASI, proprio oggi, intende muoversi con un sollecito. «Riscriverò per capire come mai un'associazione che difende i diritti di 6'500 persone non sia stata nemmeno presa considerazione».
Questo mentre, invece, in altre regione qualcosa si muove: «Specie nella Svizzera romanda, a partire dal cosiddetto "modello Ginevra", che prevede il sostegno di metà delle pigioni fino a 3'500 franchi a carico del Cantone. All'altra metà, invece, il proprietario semplicemente vi rinuncia».
Ci sono poi soluzioni ancora differenti, come quella proposta a Neuchâtel e Giura che vorrebbe la pigione (da marzo a fine giugno) coperta per il 50% dallo stato, e l'altra metà equamente distribuita tra locatario e proprietario. Per Venuti, in ogni caso, la questione non è tanto in che percentuale i singoli attori dovranno contribuire, quanto l'importanza di intervenire: «Altrimenti sarà un bagno di sangue», sottolinea. «I commercianti sono in difficoltà, con 2 mesi di inattività senza introiti e con stipendi e affitti da pagare. Il lavoro ridotto aiuta, sì, ma in minima parte».
Per il presidente dell'Asi, «riprovevole» è pure «l'assenza assoluta da parte del Governo federale». «Si spera che almeno il Parlamento, nella sessione di giugno, si esprimerà in tal senso». «Ricordiamo anche che esiste una perizia giuridica, commissionata dalla nostra associazione mantello, secondo la quale gli inquilini sono interamente o parzialmente dispensati dall’obbligo di pagare la pigione fintantoché è vietato esercitare l’attività commerciale per la quale gli spazi sono stati locati. Un accordo tra le parti eviterebbe lunghe ed estenuanti battaglie giuridiche».
Intervento anche sulle pigioni commerciali oltre i 3'500 franchi - Anche per quanto riguarda le pigioni commerciali fino a 20'000 franchi, sembra non vi sia ancora chiarezza. La commissione economia e tributi CET del Consiglio nazionale ha infatti recentemente proposto una nuova variante secondo la quale, durante la chiusura forzata, sarebbe dovuto il 40% delle pigioni commerciali. Anche qui, l'Asi è già intervenuta chiedendo di ridurre questa percentuale al 30%.