Il tracciato è stato picchettato e il progetto torna in pubblicazione. Obiettivo convincere
Il capoprogetto della rete tram del Luganese fa il punto su «un'opera che rivoluzionerà il trasporto pubblico su scala regionale». L'inizio del cantiere è previsto nel 2022
LUGANO - Da qualche giorno non è più solo un tram di carta. Il tracciato è stato picchettato attraverso il Piano del Vedeggio e in questi giorni viene pubblicato il progetto definitivo. La rete tram-treno riparte: obiettivo convincere. Ne parliamo con l'ingegner Ivan Continati capoprogetto del Piano dei trasporti del Luganese
Nel febbraio 2018, alla prima presentazione, il progetto tram-treno incontrò 128 opposizioni. Due anni dopo, con la nuova e pubblicazione, vi aspettate un numero di ben altra consistenza. Potete ritenervi soddisfatti se…?
«Mi pare importante sottolineare che per un progetto di questa portata 128 opposizioni non sono di per sé tante. Non è difatti il numero delle opposizioni a contare, quanto la loro natura e “complessità”. La procedura esige infatti che chiunque sia toccato dal progetto faccia opposizione affinché le proprie esigenze, per quanto puntuali, possano essere tenute in conto. A seguito alla prossima pubblicazione, ci aspettiamo quindi un numero di opposizioni pressappoco analogo a quanto accaduto nel 2018. Quello che ci aspettiamo che cambi, grazie al lavoro di dialogo svolto, sarà la consistenza delle opposizioni, che ci aspettiamo essere molto meno impegnativa».
Che tipo di lavoro avete fatto in questi due anni per sviluppare un progetto maggiormente condiviso?
«È stato fatto un grande lavoro di concertazione per ascoltare le esigenze di tutte le parti toccate dal progetto. Basti pensare che abbiamo svolto oltre 80 incontri sul territorio. Oltre a questo, abbiamo voluto rafforzare notevolmente l’informazione verso la popolazione tutta, attraverso l’organizzazione di due conferenze stampa, una serata pubblica e un costante dialogo con i media. Non da ultimo, per illustrare il progetto alla popolazione sono stati creati un sito internet dedicato (www.rttl.ti.ch) e un opuscolo informativo».
Proprio per sciogliere le opposizioni “tecniche” sono stati apportati dei cambiamenti, anche significativi, al primo progetto. Uno dei nodi era costituito dalla fermata (uscita) a Lugano Centro. Cosa cambia rispetto alla versione originaria?
«Il progetto che pubblichiamo prevede l’uscita della galleria tra i due stabili della banca EFG, dove sarà ubicata la nuova fermata Lugano Cappuccine. Questa soluzione era già contemplata nel primo studio di fattibilità, ma avevamo poi dovuto abbandonarla siccome l’allora proprietario aveva negato la possibilità di prevedere il passaggio tra i suoi stabili. Si era per questo optato per una soluzione di compromesso, spostando il tracciato ferrotranviario verso Nord di circa 40 metri in zona Sant’Anna. Le condizioni sono nel frattempo cambiate e, nel nuovo progetto definitivo possiamo nuovamente proporre la soluzione che riteniamo ideale».
L’altro tema spinoso era costituito dal P&R da 400 posti a Cavezzolo (Bioggio). Qui cosa è mutato?
«Il nuovo progetto che pubblichiamo prevede due P&R: uno sarà situato a Manno-Suglio, in corrispondenza del terminale del tram-treno; la struttura, di circa 200 posti interrata, permetterà di accogliere le auto provenienti da Nord e dall’autostrada A2, che non dovranno così proseguire fino a Bioggio dove sarà situato invece il secondo P&R, anch’esso di circa 200 posti. I due parcheggi garantiranno sempre un numero complessivo di 400 posti e saranno complementari servendo le due zone. Non da ultimo, il ridimensionamento del P&R di Bioggio ne permetterà l’interramento, andando così ad ottimizzarne l’impatto paesaggistico come pure l’impatto sulle proprietà circostanti».
La zona industriale di Manno era pure irta di spine, leggasi opposizioni. Cosa è cambiato?
«Ci sono state importanti ottimizzazioni di progetto lungo l’asta di Manno. Esse permetteranno, oltre che meglio garantire gli accessi/uscite dalla zona industriale di Bioggio e Manno, una separazione del traffico veicolare da quello ferrotranviario in corrispondenza degli incroci 5 Vie a Bioggio e Suglio a Manno grazie all’inserimento di due nuovi sottopassi. Le fermate lungo questo tratto sono state di conseguenza adeguate».
Il progetto prevede inoltre nuove fermate?
«Rispetto al progetto precedentemente pubblicato l’unica fermata “nuova” è quella che abbiamo menzionato poco fa: la fermata Cappuccine a Lugano».
La fermata Agno Prati Maggiori (aeroporto) mantiene una sua validità nonostante il ridimensionamento dello scalo?
«A questo proposito si ricorda che la fermata è stata pianificata e inserita al servizio della zona residenziale circostante e mantiene appieno la sua funzionalità».
Dalla carta al cantiere, in base all’esito della pubblicazione i tempi della realizzazione possono cambiare? Quale tempistica ottimale vi siete dati?
«A oggi, l’inizio dei lavori di realizzazione della nuova Rete tram-treno del Luganese è previsto nel 2022, mentre la messa in esercizio per il 2029. Queste tempistiche sono subordinate all’evasione delle opposizioni e di eventuali ricorsi».
Da ultimo, una domanda provocatoria: perché il tram non è solo un “trenino” più moderno?
«Qui non stiamo parlando semplicemente di nuovi mezzi di trasporto, ma di una soluzione di mobilità che andrà a rivoluzionare il trasporto pubblico su scala regionale. Penso di non esagerare dicendo che questo progetto permetterà a tutti gli effetti di ridefinire quello che è l’agglomerato urbano di Lugano. Basti pensare che sarà possibile andare da Bioggio a Lugano, in centro-città, in 7 minuti (oggi ce ne vogliono 22) con servizio ogni 5 minuti nelle ore di punta. Per capirci, chi lavora a Bioggio potrà quindi andare sul lungolago di Lugano in pausa pranzo in tutta tranquillità. Cambierà dunque il modo di pensare al territorio e di muoversi al suo interno».