Natura e semplicità: è questo che desidera Laura Ferrari, aspirante capannara che ha vissuto un’esperienza unica
CAMORINO - Laura Ferrari ha 24 anni e ha frequentato la Scuola specializzata superiore alberghiera e del turismo di Bellinzona. Dopo essersi diplomata, a differenza di molti suoi compagni, non ha cercato lavoro in hotel lussuosi, ma è andata a lavorare a 2.500 metri di altitudine.
Qual è stato il suo percorso scolastico?
«Ho iniziato il liceo pensando di diventare veterinaria o studiare zoologia. Un’estate, però, ho lavorato come cameriera-barista in un albergo e così mi sono interessata alla SSSAT. L’idea di rimanere in Ticino non mi entusiasmava, ma ho svolto diverse esperienze all’estero – in Austria, in Germania e in Belgio – che mi hanno fatto conoscere luoghi e culture diversi. Poi, ho scoperto la possibilità di gestire le capanne del nostro territorio».
Normalmente, però, il futuro è in un hotel…
«È vero, l’obiettivo è quello di condurre un ristorante o un albergo al termine della formazione. Io invece ho visto la scuola come una via che mi permettesse di approfondire servizio, cucina e rapporto con i clienti. Da qui il desiderio di una struttura semplice, alla mano, immersa nel verde e nella tranquillità, dove i compiti si concretizzano in un'atmosfera diversa. È così che ho iniziato a lavorare come spalla destra del nuovo guardiano Emanuele Vellati della Capanna Cristallina a 2.572 metri, raggiungibile solo a piedi dalla Val Bedretto, dalla Val Bavona e dalla Val Lavizzara».
Una scelta inusuale considerata la sua età.
«In realtà lavorare in capanna è piuttosto impegnativo ed essere giovani aiuta a mantenere il ritmo frenetico. Sono d’accordo, però, che il bisogno dei propri spazi e la vita sociale sono difficili da mantenere. Tuttavia, ho potuto acquisire competenze manuali e tecniche fondamentali. La flessibilità e l’improvvisazione sono stati aspetti importantissimi».
Ha avuto difficoltà a vivere in vetta?
«Bisogna avere un buono spirito di adattamento, soprattutto vista la convivenza prolungata con il gestore e gli altri collaboratori, ma fortunatamente sono una ragazza che si adatta facilmente. Anche se, devo ammettere, ogni tanto mi è mancata una pizza con gli amici…».
Cosa le ha tramandato questa esperienza?
«Una crescita diversa rispetto agli stage di formazione: più pratica, legata al vivere quotidiano, alla relazione tra lavoro, guadagno, investimenti per l’attività e risparmi per la vita privata. Inoltre, ho capito la bellezza del dialogo: da una semplice conversazione con il cliente sul sentiero da percorrere, allo scambio di opinioni con un collaboratore, fino alle trattative con i fornitori. Ma i due termini che sintetizzano la mia esperienza sono flessibilità e improvvisazione».
In futuro le piacerebbe gestire una capanna?
«Sì. Purtroppo però ho avuto l’impressione, e in alcuni casi anche la conferma, che la giovane età non è sempre ben vista. Per ora, sono contenta di tornare a lavorare al centro Pro Natura Lucomagno e quando possibile continuare ad aiutare in capanna».
Per quali motivi bisognerebbe provare un soggiorno in un rifugio?
«Perché l’atmosfera che si crea tra gli ospiti e il personale che ci lavora è speciale. Ogni sera si forma una famiglia diversa: gli escursionisti imparano a conoscersi e conoscerci, ci sfidiamo a carte e alcune volte iniziamo pure a cantare!».
Alla riscoperta delle meraviglie alpine della Svizzera
Quest’anno, con il Covid-19 o quel che ne rimane, molti confederati hanno deciso di trascorrere le loro vacanze in Svizzera. «Una possibilità per riscoprire il nostro territorio e la sua offerta naturalistica», secondo Laura Ferrari. «Consiglio di provare a soggiornare in una capanna, un’esperienza unica che permette di scoprire un’ospitalità diversa e relazionarsi maggiormente con gli altri ospiti e con il personale», afferma la giovane aspirante capannara, «ma anche un modo per visitare e rivalorizzare le bellezze alpine: per i principianti propongo il giro dei Laghi del Cristallina, mentre per gli avanzati la Via Idra con partenza dal passo della Nufenen. Anche la Cima del Cristallina e la Cima di Lago sono tappe interessanti, dalle quali si può godere di una vista a quasi 360° sull’intero arco alpino». Panorami mozzafiato e soggiorni speciali potrebbe essere il must di quest’estate e, magari, «il viaggio può proseguire con l’ospite dello stesso tavolo dopo averlo sfidato a carte la sera precedente», conclude Laura.
G.N.