Vestiti di nero, con un grande cilindro e tanta fuliggine addosso. Gli spazzacamini esistono ancora e aiutano l’ambiente
ARZO - Paolo Cadenazzi è il presidente della Società Cantonale Spazzacamini Ticino dal 2014 e svolge la sua professione come indipendente dal 1992. Con il suo lavoro, in continua evoluzione, lotta per la riduzione dell’inquinamento e i rischi di incendi.
Il suo è un mestiere antico?
«Lo spazzacamino è un lavoro che si esercita dall’inizio del 1400. Tuttavia, i camini esistevano già da qualche secolo, presenti negli affreschi duecenteschi della Chiesa di Santa Croce a Firenze. Era un lavoro umile che spesso facevano i bambini perché passavano all’interno delle canne fumarie: dalla Valle Verzasca venivano mandati a Locarno e poi a Milano per fare la stagione. Per fortuna non c’è più sfruttamento minorile e ora è un lavoro che noi spazzacamini portiamo avanti con passione».
Ci sono stati dei cambiamenti nella professione?
«Certamente. Gli attrezzi che usiamo oggi sono molto più innovativi ed efficienti rispetto a quelli del passato, seppure alcuni assomiglino ancora a quelli vecchi. Basti pensare all’uso degli aspirapolvere: nel passato non avevamo questa comodità, che ora ci facilita in parte il nostro lavoro. Ma anche le nostre mansioni sono cambiate: oggi ci occupiamo della pulizia e della manutenzione dei pannelli solari e dei canali di ventilazione. Aggiungiamo inoltre che non dobbiamo più infilarci nelle canne fumarie. Al giorno d’oggi, siamo passati da camini che avevano una grandezza di 60cm per 50cm di canna fumaria a un raggio di circa 20-25 cm, ma non è difficile incappare anche in un diametro di appena 8 cm. Insomma, non è più possibile passarci dentro. L’innovazione ci è stata molto utile dal punto di vista professionale e per garantire un continuo miglioramento».
Perché è importante lo spazzacamino?
«Oggigiorno non ci occupiamo più solo di camini a legna, ma anche pulizie di caldaie a gas, a olio, cippato e pellet. Il grande lavoro che facciamo è la pulizia necessaria per ridurre il consumo di combustibili e abbattere il CO2. Dagli anni Ottanta le persone hanno capito l’importanza del risparmio energetico e hanno sviluppato una forte sensibilità ecologica. La nostra è una professione molto vicina all’ambiente. Per fare un esempio, un palazzo di 50 appartamenti che consuma circa 50mila litri di nafta all’anno, con una corretta pulizia può ridurre 3500 litri all’anno di gasolio, risparmiando circa 10’500 kg CO2. Noi aiutiamo a fare la differenza».
È un lavoro in via d’estinzione?
«No. Tendenzialmente registriamo diverse riqualifiche: alcune persone sopra i 30 anni decidono di formarsi come spazzacamini. Non mancano i nostri apprendisti che frequentano il CPT di Trevano e anche diverse ragazze sono da sempre presenti in questo lavoro».
Perché c’è la credenza che portiate fortuna?
«Una volta le case erano attaccate assieme: se bruciava un camino bruciava tutto il Paese. Da quando è arrivato lo spazzacamino si è ridotto il rischio di incendio. C’è però anche una seconda leggenda: nel 1600 uno spazzacamino emigrato in Francia, pulendo un camino, venne a sapere di un attentato al Re Luigi XIII. Informati i reali, lo spazzacamino ricevette in regalo un cilindro, segno di nobiltà. Da qui è nata la leggenda che portiamo fortuna!».
«Insieme da quasi 60 anni per sostenere il nostro mestiere»
«La Società Cantonale Spazzacamini Ticino è stata fondata alla metà degli anni Sessanta, per assicurare un sostegno, un aiuto, per sentirsi ed essere uniti, ma anche per garantire una maggiore ed uguale qualità professionale», spiega il presidente. La Società è infatti un punto di riferimento solido per i suoi 31 soci ticinesi e per i futuri spazzacamini. «Collaboriamo anche con il Cantone per le leggi e le prescrizioni antincendio e con la Divisione della formazione professionale per i nostri apprendisti», continua Cadenazzi. «Inoltre, facciamo parte dell’Associazione Spazzacamino Svizzero (presidente centrale Paul Grässli, direttore Marcello Zandonà) per garantire, a livello di formazione, un'equipollenza intercantonale». Ma anche a livello professionale, la Società ticinese si impegna nell’organizzazione di corsi interaziendali, di aggiornamento, di perfezionamento e fornisce le informazioni per l’ottenimento della maestria. «Insomma, ci teniamo a sostenere la nostra bellissima e antichissima professione!».