Il medico cantonale Giorgio Merlani si dice piuttosto preoccupato per la situazione epidemiologica nel nostro cantone.
E sui nuovi contagi spiega: «Sono casi che appaiono qua e là e non riconducibili a un focolaio chiaro» I motivi? «Potrebbero essere l'abbassamento delle temperature e le vacanze autunnali». Domani attese nuove misure.
BELLINZONA - La situazione epidemiologica nel nostro cantone si sta facendo vieppiù complicata. Dopo i 17 casi registrati ieri, il numero dei contagi oggi ha toccato quota 39. Una cifra che non si vedeva da diverso tempo. Il Ticino, insomma, ha perso il suo status di «isola felice» e come il resto del Paese - oggi in Svizzera sono state contabilizzate ben 1'077 nuove infezioni - deve confrontarsi con un ritorno di fiamma della pandemia.
Crescita esponenziale - Un ritorno che, naturalmente, preoccupa anche il medico cantonale Giorgio Merlani. «Siamo di fronte a una crescita esponenziale, non a un incidente di percorso. Un aumento netto che però non è riconducibile a un focolaio chiaro. Sono casi che appaiono qua e là e che si inseriscono bene, o forse dovrei dire male, con quello che sta accadendo a livello federale. La quantità dei casi in cui non riusciamo ad avere una spiegazione dove le persone si sono infettate è in crescita».
Basse temperature e turisti - A preoccupare Merlani, insomma è la velocità dell'aumento unita al fatto di non avere una chiara spiegazione del fenomeno. «Abbiamo delle ipotesi», sottolinea il medico cantonale. «Da un lato il crollo delle temperature ci ha costretto a rinchiuderci in casa, dove il rischio di trasmissione è sicuramente più alto. Dall'altro potrebbero avere influito le vacanze d'autunno che hanno portato a una maggior mobilità in Svizzera, provocando un aumento della massa di virus circolante».
Contact tracing sotto pressione - I numeri in aumento creano poi un'ulteriore problematica. Ovvero quella di mettere i bastoni tra le ruote al contact tracing che secondo quanto sosteneva la Confederazione andava attuato sotto i cento casi giornalieri a livello nazionale. «Le capacità - sottolinea Merlani - sono già decuplicate e bisogna vedere fino a dove possiamo arrivare. Quello che stiamo facendo attualmente in Ticino è tracciare tutti i positivi e mettere in quarantena i loro contatti». Alcuni cantoni particolarmente sotto pressione hanno però nel frattempo allentato questa modalità. «Per noi è molto importante mettere il maggiore sforzo possibile nel tracciare per poter rallentare e contenere l'andamento dell'epidemia. Per questo ringrazio molto i ragazzi attivi nel team di contact tracing».
Misure vecchie e nuove - Le autorità sanitarie stanno valutando anche alcune contromisure, ma per ora Merlani non si sbilancia. È infatti il governo che valuta la questione e domani dovrebbe informare la popolazione sulle nuove misure che verranno messe in atto. «Attualmente il Ticino, se paragonato con l'Italia, ha misure molto blande», ricorda Merlani. «Possiamo quindi alzare un po' l'asticella senza introdurre provvedimenti troppo stringenti». Per il medico cantonale, poi, è importante mettere in atto le misure che abbiamo imparato a conoscere con il tempo. «Dobbiamo tornare a fare bene quello che già facevamo. Distanziamento, lavarsi spesso le mani e indossare la mascherina dove è richiesto. Così facendo potremo evitare di prendere contromisure più restrittive come in Paesi a noi vicini».
«Soffocare la crescita esponenziale» - Relativamente tanti casi, ma per ora le persone ricoverate, quattro, restano fortunatamente poche rispetto ai mesi di marzo e aprile. Ma qual è la spiegazione? «Attualmente la maggioranza dei casi positivi si registra tra i giovani. E oggi testiamo tutti coloro che hanno sintomi compatibili, anche lievi. Per questo gli ospedalizzati sono relativamente pochi». Merlani, a ogni modo, non può escludere un aumento in futuro. «Le misure che mettiamo in atto sono proprio per evitare una crescita che potrebbe portare a tantissimi casi e di conseguenza anche a qualche decorso grave della malattia. L'obiettivo è quindi soffocare sul nascere l'aumento esponenziale, perché una volta che l'onda è partita fermarla è molto difficile e si rischia di andare a toccare le persone fragili e aumentare la probabilità di avere decorsi gravi».