Secondo il Partito comunista, l'emergenza è lasciata alla responsabilità dei privati.
Chiesti più controlli nelle aziende, più mezzi pubblici e la precettazione dei sanitari del privato.
BELLINZONA - Riprendendo le recenti accuse dei suoi due esponenti in Gran Consiglio, Lea Ferrari e Massimiliano Ay, il Partito comunista esorta in un comunicato odierno il Consiglio di Stato a «prendere in mano seriamente la gestione della crisi sanitaria» dovuta alla pandemia di Covid-19. Le richieste: più controlli del rispetto delle regole anti coronavirus nelle aziende, più mezzi pubblici e precettazione d'infermieri e materiali delle strutture private.
«Sebbene l'Associazione Industrie Ticinesi (AITI) punti il dito sul contagio nelle famiglie, la diffusione del virus avviene nel tempo di lavoro, dove i lavoratori e le lavoratrici passano più di 8,5 ore prima di rientrare a casa e trasmettere il virus ai propri familiari», scrive il partito. A supporto di tale tesi, vengono citati i timori di licenziamento in caso di quarantena denunciati dall'OCST e i recenti appelli di UNIA: «La SUVA non riesce a vigilare gli oltre 200'000 posti di lavoro in Ticino a causa della mancanza d'ispettori che possano controllare se i piani sanitari sono applicati nel modo adeguato dal padronato», lamentano i comunisti.
Per loro, «la sicurezza sanitaria è completamente lasciata ai privati o al buon cuore dei tycoon che devolvono un milione alla clinica privata Moncucco in totale affanno» (il riferimento è alla donazione di Sergio Mantegazza all'istituto, che ha permesso l'approntamento di 12 letti aggiuntivi di cure intense). Inoltre, «si cercano infermieri avventizi pagati a ore per completare l'organico del personale sanitario degli ospedali pubblici ma non si sono apportate, dalla prima ondata a oggi, le misure strutturali necessarie per evitare il collasso del sistema ospedaliero».
Le richieste al Consiglio di Stato quindi sono di «inasprire i controlli sulle aziende con sanzioni a chi mette a rischio la salute delle lavoratrici e dei lavoratori»; «decongestionare il trasporto pubblico come richiesto dal sindacato degli studenti, aumentando le corse e, se necessario, requisendo i torpedoni attualmente inutilizzati delle aziende di trasporto private»; «porre il personale infermieristico e le risorse materiali delle cliniche private sotto controllo dell'ente pubblico fino al termine dell'emergenza sanitaria, così come avvenuto nel Canton Neuchâtel, ma anche in Spagna, ecc.».