Lo slittamento dell'orario delle scuole superiori non avrebbe finora avuto l'effetto sperato.
Al contrario, «sui mezzi pubblici si è passati da folle di studenti a folle di studenti e lavoratori». La testimonianza di Ivana Pisic, responsabile del Comitato studentesco della Commercio di Bellinzona.
BELLINZONA - Il nuovo orario scolastico di Licei e Scuola Cantonale di Commercio, introdotto a partire dallo scorso lunedì (23 novembre) non fa l'unanimità. Dopo l'appello lanciato negli scorsi giorni da OCST-docenti e Sisa, critiche giungono anche dai diretti interessati: gli studenti. La disposizione, pensata per sgravare la pressione sui mezzi pubblici nelle ore di punta, avrebbe infatti l'effetto opposto. Inoltre, sarebbe «insostenibile» perché priva questi giovani di diverse attività post-scolastiche.
Non sono lamentele giovanili - Ivana Pisic frequenta il terzo anno della Scuola Cantonale di Commercio ed è responsabile del Comitato studentesco. Grazie al suo ruolo, ha raccolto diverse testimoniante sulle conseguenze della modifica sulla vita di tutti i giorni di questi giovani: «Non si tratta di semplici lamentele giovanili, bensì il grido d’aiuto di una generazione che ha visto la propria realtà stravolgersi nell’arco di pochi mesi», premette.
Privati delle attività serali - Una corsa serale o semplicemente trascorrere del tempo con la propria famiglia. Attività semplici, che questi ragazzi davano per scontate ma di cui ora, a causa della nuova griglia oraria, vengono (parzialmente) privati. «E con quale scopo?», si chiede la nostra interlocutrice. Il sistema adottato, infatti, non sembra essere efficace come invece promesso. «I treni continuano a essere affollati e le distanze impossibili da garantire», rileva, illustrando il tutto con una serie di fotografie.
Folle di lavoratori e di studenti - Il problema, insomma, è stato rinviato di un’ora. «L’unica differenza visibile con lo slittamento degli orari di un’ora è il passaggio da folle di studenti a folle di studenti e lavoratori nelle ore di punta serali. Si avvicinano perciò adulti, spesso categoria più a rischio, e ragazzi, il gruppo quotidianamente più esposto al virus», spiega Ivana.
Si arriva prima e si aspetta - Inoltre, a causa dell'inefficacia dei trasporti pubblici, molti studenti non sarebbero in grado di prendere treni o autobus diversi rispetto all’orario precedente. Per questo motivo giungerebbero nei vari istituti fino a un’ora prima dell’inizio delle lezioni. «Chiaramente l’attesa avviene all’interno dello stabile scolastico e gli assembramenti sono così inevitabili».
Situazione scolastica critica - Insomma, la soluzione elaborata dal DECS sposterebbe solo gli assembramenti da un luogo a un altro, e da un momento della giornata a un altro. E nel frattempo gli studenti sono privati di parte del loro tempo libero (da dedicare ad attività varie o allo studio) arrivando a casa spesso solo all'ora di cena. «Le lacune accumulate nell’anno scolastico precedente sono già fonte di grande stress per gli studenti: l’aggiungersi di un'ulteriore limitazione del tempo da dedicare allo studio aggraverebbe la situazione scolastica già critica di molti allievi», mette infine in guardia Ivana Pisic.