Chiesta una riforma per «raggiungere maggiore razionalità nell’organizzazione», come a Neuchâtel
BELLINZONA - Maggiore razionalità. È l’obiettivo che la polizia ticinese dovrebbe raggiungere, stando ai firmatari di un’iniziativa parlamentare. Che chiedono - insieme al sindacato OCST Funzionari di polizia - «una migliore organizzazione della polizia sul modello della legge del 2004 del canton Neuchâtel».
In particolare, l’iniziativa interpartitica domanda la creazione di organi cantonale e regionali per orientare l’attività della polizia cantonale (consiglio cantonale di pilotaggio della sicurezza pubblica e consigli regionali di sicurezza pubblica). Come pure che la polizia sia al servizio della sicurezza della popolazione con «agenti di sicurezza comunali non armati con compiti locali specifici».
La riforma richiesta da 16 parlamentari punta a «raggiungere maggiore razionalità nell’organizzazione della polizia». Qualora venisse approvata, spetterebbe poi al Consiglio di Stato presentare un messaggio con la modifica della legislazione cantonale in materia, ivi compresi gli aspetti relativi al finanziamento della nuova organizzazione.
Non è una novità - Esattamente dieci anni fa alla polizia unica cantonale è stato preferito il modello che prevede, accanto alla polizia cantonale, la presenza di polizie comunali organizzate su base regionale. Il Gruppo di lavoro creato dal Governo per esaminare i possibili futuri scenari organizzativi delle polizie ticinesi, aveva esaminato un ampio progetto di rapporto. Quattro anni dopo il Consiglio di Stato ha accolto la mozione “Per un’unica Polizia nel Cantone Ticino” che proponeva l’elaborazione di un progetto di polizia unica per l’intero Cantone unificando la condotta e la formazione. Ma il 24 giugno 2015 Norman Gobbi spiazzò il Parlamento ritirando il messaggio sulla polizia unica, annunciando che era tornato in Commissione. Meno di un mese fa, infine, il sindacato VPOD aveva "rispolverato" l'argomento, puntando sul fatto che la pandemia di Covid-19 aveva portato all'istituzione di uno Stato maggiore di polizia unico per garantire la gestione della sicurezza pubblica.
I 16 firmatari
Raoul Ghisletta (PS), Massimiliano Ay (PC), Giorgio Galusero (PLR), Michele Guerra (LdT), Claudio Isabella (PPD), Tamara Merlo (Più donne), Henrik Bang, Anna Biscossa, Nicola Corti, Giorgio Fonio, Giorgio Galusero, Carlo Lepori, Maura Mossi Nembrini, Enea Petrini, Daniela Pugno Ghirlanda, Michela Ris