Rispetto a un aumento del 5% a livello nazionale, il nostro Cantone ha registrato un calo del 16%
Anche tanti fallimenti, nonostante molti siano stati scongiurati dagli aiuti della Confederazione
BERNA - L'anno 2020, caratterizzato dalla crisi, dalle conseguenze della pandemia e dalle misure di confinamento, non ha fermato la creazione di nuove aziende in Svizzera, Anzi, c'è stato addirittura un nuovo record: 46'842 nuove imprese si sono iscritte nel registro di commercio svizzero nel corso dell'anno.
Si tratta di un aumento del 5% rispetto all'anno precedente, come riferisce un sondaggio della piattaforma online per la formazione delle imprese, Startups.ch. La nuova cifra batte il record del 2019, durante il quale erano state fondate 44'616 nuove società.
Il Ticino pecora nera - Mentre nel resto della Svizzera c'è soddisfazione per il numero di nuove aziende, sembra che la crisi abbia preso il sopravvento in Ticino, uno dei Cantoni che è stato maggiormente colpito dal Covid-19.
Nel nostro Cantone, infatti, il numero di nuove imprese è diminuito del 16%. Una differenza enorme rispetto al +5% a livello elvetico.
Comunque, anche nella Svizzera romanda il coronavirus ha lasciato strascichi non indifferenti, con un calo del 4% di nuove imprese iscritte nel registro di commercio.
La crisi come opportunità - È stato un anno di grande successo per il settore delle start-up, secondo la piattaforma, anche grazie alla mentalità di molti imprenditori che hanno preso la pandemia come un'opportunità.
«Molti di coloro che da tempo avevano l'idea di fondare una propria azienda hanno infatti colto la crisi come un'opportunità per realizzare i loro piani», ha detto il fondatore e CEO di Startups.ch, Michele Blasucci, al portale 20 Minuten. «Non poter uscire di casa, ad esempio, è stato un chiaro segnale per molti di agire immediatamente e colmare le lacune del mercato» ha dichiarato Blasucci.
L'effetto del coronavirus si nota, comunque: la maggior parte delle nuove start-up proviene dal settore sanitario e da quello delle vendite online, oltre che dalle aree dell'IT e dello sviluppo di software. Il settore del tempo libero/viaggi/sport, invece, ha registrato un leggero calo (dell'1,3%) delle nuove iscrizioni.
Però, anche tanti fallimenti - Nonostante il record di nuove aziende, molte imprese hanno chiuso i battenti.
Nel 2020 ci sono stati 2'490 fallimenti, l'88% in più rispetto al 2019. Tuttavia, Blasucci, si aspettava di peggio: «Ci aspettavamo 10'000 fallimenti in primavera, dopo lo scoppio della pandemia. Solo grazie all'aiuto finanziario del Consiglio federale si è potuto evitare il peggio».
In ogni caso, se la situazione non si normalizza il più rapidamente possibile e il governo federale non mette insieme un altro pacchetto di aiuti, «l'ondata di fallimenti arriverà l'anno prossimo», ha concluso Blasucci.