Le due condizioni possono essere confuse, ma ci sono degli stratagemmi per vederci chiaro
Non mancano infine alcuni consigli per lenire i sintomi, inevitabili, di chi soffre la stagione dei pollini.
LUGANO - Siamo in piena stagione dei pollini. E con essi aumentano le allergie. Come distinguere però un'allergia dai sintomi del coronavirus, ed evitarsi quindi ansie inutili oppure provvedere con dei test?
Silvy Bach-Bizzozero, medico specialista in allergologia e immunologia clinica cerca di fare chiarezza: «Concentrazioni significative di pollini sono iniziate già a metà febbraio, dopo le vacanze di Carnevale», spiega interpellata da Radio Ticino durante il “Marghe&Chiello Show”. «Le condizioni meteorologiche - il periodo secco e relativamente mite - influiscono molto sull'inizio della stazione pollinica, così come influisce su questi stati allergici l'inquinamento atmosferico, le polveri fini e la sabbia del deserto».
Come capire quindi se è allergia o Covid? «Non è sempre così semplice, neppure per il medico - spiega l'allergologa -. Va detto però che un raffreddore che risponde bene a una terapia antistaminica molto probabilmente sarà di origine allergica. Un virus, invece, non risponde al trattamento antistaminico».
La dottoressa sottolinea pure che, di solito, «le allergie non provocano la febbre». Pur non fornendo una risposta completa in grado di sciogliere completamente il dubbio, questi sintomi e queste terapie possono dare delle informazioni in più.
Con la mascherina, poi, l'allergia si avverte meno. «Questo perché filtra il polline, anche se non è in grado di cancellare tutti i sintomi. Sicuramente una bella mascherina e un bel paio di occhiali da sole sono un buon aiuto in più», prosegue l'esperta.
Consigli pratici? «Ci sono pazienti che hanno manifestazioni al naso e agli occhi, ma anche coloro che manifestano asma bronchiale allergica, quindi tosse e mancanza del respiro. Questi ultimi, che già seguono una terapia inalatoria e devono assumere regolarmente cortisone e broncodilatatori, è giusto che continuino a farlo - sottolinea l'allergologa -. Ciò perché non rischiano di alterare le risposte del sistema immunitario a causa del cortisone inalato, anzi, proteggono il loro albero bronchiale da un'infiammazione».
L'esperta invita infine a «non stendere la biancheria all'esterno, per evitare che i pollini si attacchino ai tessuti e li si portino in casa». E anche a fare la doccia alla sera: «Vi "decontaminate" dai pollini e non li portate a letto».