Le bottiglie di Bordeaux messe all'incanto dal Cantone il 24 marzo sono andati a male, secondo uno degli acquirenti
LUGANO - Non è tutto oro quel che ha un'etichetta francese e un'annata prestigiosa. Il 26 marzo a Caslano circa 1200 bottiglie di Bordeaux sono state messe all'asta dal Cantone, a seguito del fallimento di un'azienda importatrice di vini. Ma chi si è aggiudicato il prezioso incanto è rimasto con l'amaro in bocca.
Così almeno è stato, per l'acquirente di uno dei dieci lotti da 120 bottiglie, battute per 2100 franchi dal funzionario dell'Ufficio di esecuzione. «Ho voluto fare quest'acquisto per rifornire un po' la mia cantina» racconta l'intenditore. «Una volta a casa però, ho fatto la brutta scoperta»
Lo Chateau Bel Air Marquis D'Aligre, annata 1996, dovrebbe essere un vino «perfettamente equilibrato, molto concentrato, con una struttura tannica gustosa e raffinata e una grande quantità di frutta» secondo le recensioni enologiche reperibili sul web. Ma per lo sfortunato compratore il gusto è stato tutt'altro. Le bottiglie una volta aperte «avevano un odore inequivocabile di andato a male, i tappi internamente erano tutti marciti, e il vino era letteralmente imbevibile» racconta.
Dopo avere aperto una ventina di bottiglie «tutte nelle medesime condizioni» l'acquirente ha gettato la spugna, convincendosi di avere fatto un pessimo affare. Si dice comunque «deluso e sorpreso» che il Cantone non conduca delle verifiche sulle merci deperibili, prima di metterle all'asta. «Trattandosi di un incanto pubblico, si può mettere in conto che qualche bottiglia sia andata a male, ma così è davvero troppo».
All'Ufficio esecuzione (UE) del Cantone, tuttavia, non sono pervenute altre lamentele. In sede d'asta, ricordano dall'UE, ogni acquirente firma un verbale d'incanto «in cui è indicato espressamente che sui beni acquistati non vige alcuna garanzia». Le aste giudiziarie comportano di per sé un margine di rischio, assieme a una possibilità di risparmio, sottolinea il direttore Fernando Piccirilli. «La legislazione in materia è molto chiara riguardo le garanzie, sia per i beni mobili che immobili». Le condizioni d'asta pubblicate prima dell'incanto lo ribadiscono, e «ogni contestazione appare quindi pretestuosa e infondata».
Appassionati avvisati, mezzo salvati. Il deterioramento dei vini «è una questione delicatissima» e il consiglio degli esperti è di affidarsi a filiere verificate. «In caso di vini stranieri, l'ideale è rivolgersi a enoteche di provata serietà oppure, chi può, direttamente al produttore» sottolinea l'enologo momò Mauro Ortelli. Determinanti sono l'ambiente di conservazione e la temperatura: la regola d'oro è quella dei 13 gradi ma «vanno monitorate attentamente anche le condizioni di umidità» ricorda l'esperto. «Nell'ambito di procedure fallimentari che possono durare mesi o anni, con vari passaggi di mano, il rischio che questo equilibrio salti aumenta notevolmente - conclude Ortelli - e il consumatore deve esserne consapevole».
Le aste di vini rari sono una rarità, in Ticino, ma capitano. Nel 2015 l'Ufficio esecuzione mise all'incanto 74 bottiglie pregiate, per un incasso complessivo di 47mila franchi. A marzo invece l'incasso complessivo è stato invece di 37mila franchi. L'asta è stata l'esito del fallimento di una società di Lugano, la GioGiu Sa, che ha chiuso i battenti a maggio.