Il Municipio di Locarno ha dato il via libera alla nuova variante di piano regolatore per il Centro Storico.
Il Capo dicastero pianificazione Paolo Caroni: «Luogo ideale sotto tutti i punti di vista». Il comparto di Santa Caterina sarà pronto per la fine del 2027
LOCARNO - Passi avanti per l'inserimento della nuova sede del Museo cantonale di storia naturale all'interno del complesso monastico di Santa Caterina. Nella sua ultima seduta, infatti, il Municipio di Locarno ha esaminato e approvato la documentazione relativa la variante del Piano regolatore del Centro Storico. Si consolida così la base per il trasferimento in riva al Verbano di questa importante struttura museale, secondo l’indirizzo dato dall’Autorità cantonale. «La Città è pronta a fare la sua parte per accogliere il nuovo museo in un luogo di assoluto pregio che appare ideale sotto vari punti di vista», sottolinea il Vicesindaco e Capo dicastero pianificazione Paolo Caroni. «Non solo i suoi visitatori, ma tutta la popolazione potrà fruire di questo spazio straordinario nel cuore del centro urbano».
Edifici con enorme valore storico culturale - La procedura dei mandati di studio in parallelo, avviata dal Cantone lo scorso anno, aveva permesso d'individuare l’ubicazione migliore per il nuovo stabile da integrare all’interno della vasta area di proprietà cantonale. Questa soluzione favorisce una corretta integrazione di questo volume con gli edifici di valore storico-culturale che compongono il complesso monastico, rispettando le esigenze di una moderna struttura museale.
Un collante per la regione - La variante al Piano regolatore del centro storico segue questo indirizzo e definisce in modo chiaro condizioni e parametri per la futura edificazione, come pure le modalità di accesso e le principali caratteristiche che saranno da considerare nello sviluppo successivo del progetto. «Emergono in particolare la volontà - precisa l'Esecutivo locarnese - di conservare le peculiarità degli spazi aperti all’interno delle mura di cinta e la possibilità di utilizzare al meglio le costruzioni esistenti per ospitare la nuova sede del museo nel rispetto del valore storico-culturale delle stesse e dell’attuale Monastero». Non va dimenticata infatti la possibilità di relazionarsi con il territorio del Locarnese e con altre realtà culturali e scolastiche presenti nella regione.
«La scelta giusta» - Il Municipio si dice «fermamente convinto» che la scelta operata a suo tempo dal Consiglio di Stato si stia confermando come «la migliore possibile» per rapporto alla valorizzazione dei beni di proprietà cantonale e allo sviluppo di un progetto che possa generare un effetto volano per tutte le attività che si svolgono all’interno di una regione come la nostra, ricca di contenuti storici, culturali e naturalistici.
La palla passa al DT - La documentazione approvata dal Municipio sarà ora inviata al Dipartimento del territorio per l’avvio dell’esame preliminare, al termine del quale sarà organizzata l’informazione pubblica sulla variante al piano regolatore.
I prossimi passi - La progettazione, i cui costi previsti ammontano a 9.55 milioni di franchi a carico del Cantone, dovrebbe concludersi nel corso del 2024, quando si darà il via alla realizzazione che mette a bilancio un investimento di circa 36 milioni. La consegna della struttura dovrebbe quindi avvenire alla fine del 2027.
La scelta nel 2017 - La scelta di portare il Museo cantonale di storia naturale dalla sua attuale sede al Palazzetto delle scienze di Lugano al complesso di Santa Caterina di Locarno era caduta nel 2017, tenendo conto di una pluralità di aspetti. Tra questi, la conservazione e la riqualifica di un importante comparto di proprietà del Cantone, la posizione centrale, l'ottima accessibilità con i trasporti pubblici, a piedi e in bicicletta e la possibilità di messa in rete con istituzioni scientifiche e socio-culturali analoghe, quali - ad esempio - il Parco botanico delle Isole di Brissago, il Parco del Piano di Magadino, il Museo archeologico di Locarno, la Fondazione Bolle di Magadino, l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL), Agroscope, il Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI, la Biblioteca cantonale, MeteoSvizzera e il progetto della Casa delle Valli. Il Monastero locarnese aveva avuto la meglio su altre otto candidature.