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CANTONEMaltempo: «Sappiamo intervenire, ma il rischio zero non esiste»

26.08.21 - 12:33
Luglio e agosto hanno portato eventi meteo straordinari. Zali: «Non possiamo ancorare tutti i sassi alle montagne»
tipress
Maltempo: «Sappiamo intervenire, ma il rischio zero non esiste»
Luglio e agosto hanno portato eventi meteo straordinari. Zali: «Non possiamo ancorare tutti i sassi alle montagne»
In ogni caso la valutazione della risposta delle Autorità è buona. Il geologo cantonale: «Ma in alcuni casi, come è stato per il Palasio, abbiamo elementi su cui poter lavorare per fare meglio».

BELLINZONA - «Non sono stati affatto eventi banali. Con questa intensità, solitamente, si verificano ogni tot anni. In alcune zone anche più di rado». Ha esordito così Claudio Zali, in occasione del bilancio sui fenomeni meteorologici che, tra luglio e agosto, si sono abbattuti sul Ticino provocando danni ingenti. Un incontro, quello di oggi al Palazzo della Orsoline, utile anche per capire «cos'è successo e come hanno risposto territorio e Autorità», ha sottolineato il direttore del Dipartimento del territorio. 

«Sempre più frequenti» - Fenomeni, quelli a cui abbiamo assistito, che di norma sarebbero eccezionali, «ma che stanno iniziando a verificarsi sempre più di frequente», ha aggiunto Zali. «Per fortuna abbiamo saputo come intervenire. Avrei voluto dire che non ci sono stati feriti, ma non è stato così».

«Rischio zero impossibile» - Il consigliere di Stato ha sottolineato infine l'impossibilità di contrastare totalmente i disagi che, inevitabilmente, questi fenomeni portano con sé: «Il DT non può ancorare alla montagna ogni singolo sasso o ancorare a terra ogni singolo albero del cantone. Eventi che ribaltano aeroplani e strappano alberi come fuscelli sono oltre le nostre possibilità».

Ciò nonostante, ha proseguito, «facciamo il possibile e continueremo a farlo. Una cosa è certa, abbiamo sicuramente bisogno di più misure per mettere in sicurezza il territorio. Ma non dobbiamo dormire sonni tranquilli, il rischio zero non esiste.

Ondate di calore e temporali - L'aumento di questi episodi temporaleschi è confermato anche da Luca Nisi, meteorologo di MeteoSvizzera: «Il clima della regione alpina mostra una spiccata variabilità. Nelle ultime estati siamo stati confrontati spesso con delle ondate di calore, un po' la novità di questi ultimi anni. Quest'anno invece abbiamo avuto forti precipitazioni temporalesche, tipiche della regione alpina, ma che di solito avvengono in modo irregolare. La particolarità sta nel susseguirsi di questi eventi».

Nisi ha ripercorso i veri episodi, da quello dell'8 luglio, che ha colpito soprattutto l'Alto Ticino; a quello del 13 luglio, che «in modo simile al 1987 ha portato forti precipitazioni». Infine quelli che tra la fine di luglio e agosto hanno colpito il Sottoceneri, e in particolar modo il Mendrisiotto, «con valori estremi registrati alla stazione di Coldrerio con 250/350 mm in 72 ore, e nel Luganese dove abbiamo avuto raffiche di pioggia e vento fino a 117 km/h».

«Il clima sta cambiando» - Insomma, «Il clima sta cambiando anche da noi», ha spiegato l'esperto. «E non si tratta solo di un aumento della temperatura media, ma anche di fenomeni meteorologici che stanno diventando più violenti. In futuro sarà importante la gestione di questi episodi, che saranno più intensi e forse più frequenti». 

«Oltre 100 eventi maggiori» - Sull'impossibilità di annullare i rischi è tornato quindi il geologo cantonale Andrea Pedrazzini: «Proprio per questo bisogna preparasi a un'ottima collaborazione con gli enti di primo soccorso», ha spiegato. Quindi ha snocciolato qualche cifra. E solo tra luglio e agosto sono stati recensiti Oltre 100 eventi maggiori, l'80% dei quali legato a fenomeni di alluvionamento (colate detritiche, ruscellamenti superficiali ed esondazioni). Sono state inoltre evacuate precauzionalmente 20 abitazioni.

«Importante test per la gestione dei rischi» - Laurent Filippini, Capo dell’Ufficio dei corsi d’acqua, ha confermato diversi nuovi primati registrati in molte stazioni di misurazione. «È stato un importante test per il territorio e la gestione dei rischi. Ci sono state situazioni dove tutto ha funzionato bene e altre da cui si può imparare».

Le cose sono andate bene ad esempio a Lumino. Qui, nonostante l'importante trasporto di detriti, il piano d'emergenza ha funzionato bene «permettendo di tenere tutto sotto controllo malgrado i danni». Lo stesso a Melano. «Come a Capolago, ci sono delle ove, canaloni normalmente asciutti che possono trasportare molto materiale e che negli anni passati sono stati sistemati con la creazione di camere di contenimento. Opere che funzionano bene e proteggono il territorio». 

Bene anche in Val Bavona, nonostante le diverse erosioni e colate detritiche, così come nel riale Valascia a Giubiasco, già teatro di danni nel 2006 e 2008.

Sempre a Giubiasco c'è però stato il caso del Palasio: «Qui ha ceduto il muro di un argine riversando acqua e fango al pianterreno e nell'aria del parco giochi della scuola dell'infanzia», ha ammesso Filippini. 

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COMMENTI
 

francox 3 anni fa su tio
Eppure c'è chi nega ancora l'evidenza, basta leggere certi commenti. Incredibile. Fino a quando ci picchieremo il naso, poi cambieranno bandiera, oppure il nick name.... :-)

Nmemo 3 anni fa su tio
A chi si vorrebbero propinare le solite recondite storielle di ordinaria incuria del territorio, condite con l’argomento del clima? Se si ponessero meno accenti sulla politica praticata dalle persone con cariche istituzionali e si badasse di più agli alti interessi pubblici, certe decisioni non sarebbero mai state adottate. Tanto per cominciare bisognerebbe assumere anche qualche responsabilità. Si dovrebbe ripassare qualche progetto di opere di premunizione appena approvato qualche anno fa, “ripescare” le osservazioni contrarie all’approvazione dipartimentale di siffatti progetti e valutare con trasparenza gli eventi che hanno causato di recente ingenti danni e anche riflettere sulla manutenzione del bosco nei bacini imbriferi di corsi d’acqua a regime torrentizio e vigilare sulle discariche di rifiuti verdi riversati dai privati sul ciglio delle scarpate. Ipotizzare che alcuni disastri siano riconducibili anche a certi “nefasti effetti verdi” è ragionevole.

vulpus 3 anni fa su tio
Risposta a Nmemo
Non si può che condividere.L'intervento dell'uomo sul territorio è sempre meno rispettoso di regoli semplici che gli antenati hanno sempre rispettato. La gestione del bosco e del territorio. Oggi è di moda intervenire sul bosco diradandone le piante con la conseguenza che gli alberi vanno a sradicarsi durante i temporali e cadendo trascinano altri alberi. E il disboscamento oggi avviene asportando il legname pregiato e abbandonando sul posto tronchi e rami in un disordine enorme. Questo materiale poi scivola verso valle e quando raggiunge gli alveoli dei torrenti sono causa dei problemi a valle. Senza dimenticare che con i disboscamenti il terreno è sottoposto a una violenza inusuale per un bosco fitto, e gli smottamenti poi aumentano. Pure nelle zone edificabili non tutto è eseguito rispettando il territorio. Una edificazione intensiva con piazzali e strade pavimentate, creano in caso di temporali intensi volumi di acqua non più evacuabile tramite canalizzazioni o torrenti intubati. È oramai l'abitudine in ogni evento meteo dichiarare il surriscaldamento terrestre. Bisogna agire a monte delle situazioni, sul territorio. Nell'articolo qualcuno parla di intensificare la collaborazione con gli enti di soccorso: bisogna agire a monte non correre a mettere i cerotti dopo!

seo56 3 anni fa su tio
Ecoisterici…

gigios 3 anni fa su tio
Risposta a seo56
Eeeeeccooooloooo

francox 3 anni fa su tio
Gli esperti ci avvisano fin dalla metà degli anni ottanta, almeno non fingiamoci sorpresi dopo quarant'anni. Ci hanno anche informati che il sistema terra con la sua mole ha un'isteresi di 30 anni, eppure comperiamo auto sempre più grosse, illudendoci che un mezzo da due tonnellate con 200 cavalli di potenza danneggia poco il clima, perché ibrido... Non credo sia il caso di rallegrarsene ma quando il pianeta si sarà liberato dell'essere umano, ricomincerà a respirare. Con le sue speci superstiti. Chi è causa del suo male, pianga sé stesso.

Don Quijote 3 anni fa su tio
Risposta a francox
Bla,bla, bla, il solito disco rigato di chi è abbracciato alla religione dell'ecologia. Basta guardare al passato per accorgersi che in fatto di eventi meteorologici estremi non abbiamo record nel presente, che si tratti di uragani, siccità, grandinate, carestie, ecc. Sulla Terra ci sono contemporaneamente almeno 2'000 celle temporalesche in ogni istante. Non abbiamo lo stesso numero di grandi terremoti o eruzione vulcaniche distribuiti omogeneamente nel tempo, e lo stesso vale per eventi atmosferici estremi che ciclicamente si concentrano in un luogo della Terra piuttosto che in un altro. Esempi, la grandinata più letale della storia moderna è quella che il 30 aprile 1888 uccise 250 persone e quasi 2000 pecore nel nord dell’India, il ciclone tropicale che ha mietuto più vittime è stato quello che ha colpito il Bangladesh tra il 12 ed il 13 novembre del 1970. Il periodo più caldo in Europa risale al medioevo e quello più freddo dal 1700 al 1800 circa. Purtroppo, non esistono dati storici del resto del mondo per evidenti motivi. Dateci un taglio!

francox 3 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
Negare l'evidenza, la terra è piatta, non c'è coviddi, ci raccontano bugie, ci sono complotti ovunque. Un discorso che va di moda, vero? Io non abbraccio l'ecologia, vedo i fatti. Daccelo tu un taglio.

francox 3 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
E detesto qualsiasi religione, anche quella dell'ecologia.

Blobloblo 3 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
Brava, allora continuiamo a inquinare!! Sinceramente preferisco respirare aria piuttosto che smog, non so tu?

Don Quijote 3 anni fa su tio
Risposta a Blobloblo
A parte che qua non si parla d'inquinamento ma si cerca di passare per anormale una situazione climatica normale attribuendo la colpa alla CO2 antropica in atmosfera, gas innocuo per la salute degli esseri viventi e indispensabile per la buona crescita delle piante. Invece siamo sepolti da rifiuti e pesticidi, è un'evidenza che la capisce anche il mio gatto senza paturnie e seghe mentali di nessun esperto, abbiamo la soluzione in mano per risolvere le cose ma si fa poco o niente perché a perderci sarebbero le multinazionali e tutta quella pletora collegata grazie alla politica. Per distogliere dal reale problema è necessario bombardare il cittadino quotidianamente con notizie catastrofiche sul clima che intimoriscono e permettono il dirottamento del consumismo nella direzione dei soliti beneficiari (i veri colpevoli dell’inquinamento).

Don Quijote 3 anni fa su tio
Risposta a francox
Per me, nelle questioni climatiche, l’evidenza minima è confrontare un periodo di un paio di secoli di 500 anni con un periodo analogo recente. Possiamo farlo solo con l'Europa perché abbiamo ampia documentazione e testimonianze scritte da confrontare con i dati satellitari odierni. Nel resto del pianeta conosciamo solo con buona approssimazione l’andamento ciclico del sali-scendi delle temperature in Antartide grazie al carotaggio nel lago di Vostok che, ricostruisce gli ultimi 800'000 anni in totale accordo con le variazioni attese provocate dai parametri orbitali terrestri. Tutto il resto è aria fritta al soldo della politica (amici degli amici) e dalla stupidità umana che non distinguendo la testa dalla coda in una lepre, annuisce con la testa e prende quello che passa il convento!

ceresade36@gmail.com 3 anni fa su tio
BLA BLA BLA 🤑🙄💩💩💩💩
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