Tra aprile e fine agosto la Spab ha dovuto soccorrere un «numero impressionante» di bestiole in difficoltà.
Tra di loro troviamo cuccioli di capriolo, tassi, il gufo reale "Generoso e l'aquila reale "Bavona".
BELLINZONA - Tra aprile e fine agosto la Società protezione animali di Bellinzona (Spab) ha soccorso «un numero impressionante» di animali selvatici in difficoltà. Essendo «l'unico ente di cura autorizzato», la Spab ha infatti dovuto svezzare quattro cuccioli di capriolo, due dei quali rimasti orfani dopo che la loro mamma era stata investita mortalmente da un'auto. Ma non solo. Perché i volontari della protezione animali hanno pure occuparsi di decine di piccoli uccelli e di diversi rapaci come poiane, nibbi bruni e sparvieri. Anche due tassi e una volpe hanno soggiornato al grande rifugio di Gorduno-Gnosca. E pure per i cigni non è stata un'estate facile, visto che ben sette hanno dovuto ricevere cure veterinarie.
Generoso e Bavona tornano a volare - A riempire d'orgoglio tutti i volontari della Spab ci sono poi stati altri due eventi. Ovvero la liberazione di Generoso e Bavona. Due storie a lieto fine. «Generoso - precisano dalla Spab - è un magnifico esemplare di gufo reale femmina che dopo esser stato attaccato dai corvi era precipitato nel lago Ceresio proprio davanti al lido di Riva San Vitale». La cruenta battaglia aveva lasciato segni indelebili sul corpo del rapace, che era stato salvato dall'immediato intervento di un bagnino e consegnato alla Spab. «Dopo un paio di settimane presso il centro di cura per selvatici al Rifugio, Generoso ha ripreso a solcare il cielo stellato del Mendrisiotto».
È finita con un lieto fine anche la storia di Bavona, un giovane esemplare di aquila reale. «L'animale - precisano dalla Spab - era stato ritrovato da quattro escursionisti austriaci in territorio di Bignasco. Era sfinito probabilmente a causa delle pessime condizioni meteo che si sono abbattute sulla regione e che non hanno permesso a Bavona di procacciarsi il cibo». Consegnato alla Spab da un guardiacaccia, la giovane aquila è stata rifocillata nel corso di tre settimane prima di tornare nuovamente tra i cieli della valle. «Sotto l'occhio attento del guardiacaccia di zona - concludono quelli delli Spab - la regina delle Alpi ha spiccato il volo dalla rupe di fronte alla chiesetta della Madonna di Monte. Dopo una maestosa planata, il rapace si è posato su di un larice per scrutare l’orizzonte e attendere il buon momento delle correnti ascensionali».