Autunno cruciale per i cinema della Svizzera italiana (e non solo). Le riflessioni dello specialista Roberto Pomari.
Durante la pandemia la gente ha cambiato abitudini e le grandi piattaforme hanno conquistato il pubblico. E ora cosa accadrà? «Ci dobbiamo reinventare», sostiene l'esperto.
LOCARNO - È un autunno cruciale per i cinema della Svizzera italiana. Poco importa se in uscita ci sono filmoni da urlo e se ora c'è il certificato Covid. Il vero problema è che durante la pandemia il pubblico sembra avere preso altre abitudini. Lo conferma Roberto Pomari, direttore del Palacinema di Locarno. «Di recente abbiamo fatto una serata speciale per "Space Jam: New Legends". Anche perché alla realizzazione della pellicola ha partecipato il ticinese Amos Sussigan. C'è chi mi ha detto: "ma scherzate? Sulla piattaforma di Swisscom Tv il film lo trovo a 29 franchi...»
Ventinove franchi. Un prezzo comunque non bassissimo.
«Già. Ma se uno calcola il biglietto del cinema per sé e per i famigliari, i pop corn e quant'altro ci guadagna lo stesso. È chiaro che, con queste premesse, una famigliola ci pensa due volte prima di venire al cinema».
Si sta facendo cattiva pubblicità?
«Sono oggettivo. Temo che la tendenza sarà regressiva per il cinema tradizionale. In un anno e mezzo di pandemia i cinema hanno patito più di altre strutture l'effetto pandemico. Le perdite economiche sono state parecchie. E ora rischiamo di perdere per strada anche una fetta di pubblico».
Il nuovo attesissimo James Bond è già nelle sale. Un toccasana?
«Quello almeno non è sulle piattaforme streaming, anche se negli ultimi due anni hanno tentato tutti di acquistarlo. La casa di produzione è stata coerente e dobbiamo esserne felici».
La pressione delle piattaforme per avere il nuovo 007 è comunque emblematica. O no?
«Certo. Dune di Denis Villeneuve è nelle sale, ma negli USA contemporaneamente esce anche sulle piattaforme. Ci sono bellissimi film in uscita da qui a novembre, da Tre Piani di Nanni Moretti al seguito della saga di Kingsman, passando per il nuovo Ghostbusters. Poi c'è chi ci ha fatto lo scherzetto».
Cioè?
«La Warner ad esempio ha scelto di spostare l'uscita del nuovo Top Gun a primavera. Punto e basta. Non si fida del Covid. Memore anche del flop di Tenet lo scorso anno, un grande film "sacrificato" visto che poi il coronavirus è tornato farsi sentire di prepotenza».
Le sale tradizionali sono a rischio?
«Le piattaforme come Apple, Disney Plus, Amazon Prime e Netflix, sono davvero troppo forti. E ora producono anche tanto. Dovremo reinventarci. Fare in modo che la gente venga da noi per fare un'esperienza che a casa non può fare. In parte alcuni ci stavano già provando e riuscendo prima della pandemia. Il Covid ha frenato questo processo».
Certificato Covid: vantaggio o svantaggio?
«Può essere un freno. Pensate a un gruppo di amici. Se uno non è vaccinato e non ha fatto il tampone già si crea un problema».
Vuole fare un appello ai ticinesi?
«Venire al cinema è comunque qualcosa di diverso rispetto alla visione casalinga. Nemmeno il migliore impianto casalingo di questo mondo può sostituire la magia della sala. Chi ama il cinema lo sa».