La pioggia di positivi e di quarantene in Ticino ha fatto saltare numerosi appuntamenti al Centro trasfusionale.
Ma dopo aver toccato un livello critico per due gruppi sanguigni, le nuove disposizioni starebbero riportando il sereno.
LUGANO - Livello critico per 0+ e A-. E basso per 0- e B+. È quanto segnalava il Centro trasfusionale della Svizzera italiana lunedì. La causa? Secondo Mauro Borri, direttore operativo del centro, l’esplosione di Omicron avvenuta nel corso dell'ultimo mese. «Abbiamo avuto parecchia gente, e ne abbiamo ancora per quanto riguarda i contagiati, che disdice gli appuntamenti fissati per il dono perché risultate positive o entrate in contatto con degli infetti». E anche l'ondata di confinamenti nelle scuole ha sortito il suo effetto: «Capitava che i genitori fossero bloccati a casa anche per le quarantene scolastiche, che fino a poco fa erano numerose». Per questo motivo, sottolinea Borri, «abbiamo avuto qualche difficoltà con le riserve di alcuni gruppi sanguigni».
Dopo la tempesta...- Con la recente abolizione delle quarantene e la riduzione degli isolamenti sembra però che stia tornando il sereno: 0+ e A- stanno recuperando terreno e ora risultano a un livello basso, non più critico. «Con le convocazioni che faremo questa settimana dovremmo andare verso un miglioramento di questo trend», conferma Borri.
Riserve che scoppiano - Per quanto riguarda invece i gruppi sanguigni AB+, AB- e B- il sangue abbonda. «Consigliamo alle persone di questi gruppi di non venire a donare in questo momento, perché rischiamo di andare verso una scadenza del prodotto», spiega Borri. Il sangue ha infatti un limite di conservazione ben preciso: scade in 42 giorni. «La nostra difficoltà è sempre quella di trovare un equilibrio tra un eccesso di prodotto e averne a sufficienza per permettere la trasfusione».
Un impegno prefissato - Ancora oggi, e ormai da marzo 2020, in Ticino è possibile donare solo su appuntamento, ricorda infine Borri. Una disposizione anti-pandemica, questa, che potrebbe aver scoraggiato i donatori? Nient’affatto, assicura il direttore operativo, «il fatto di avere l’appuntamento responsabilizza il donatore, quindi, quarantene e isolamenti a parte, funziona molto bene».