I lavori iniziati l’estate scorsa a Savosa sono lontani dall’essere finiti: andranno avanti fino all'estate 2023.
Ma la pazienza dei conducenti scarseggia. «Dobbiamo avere una pazienza incredibile per non rispondere agli insulti», ammette il capocantiere Gianfranco Gornetti.
SAVOSA - È una strada dilaniata ormai dallo scorso agosto, la cantonale di Savosa. Ad attraversarla, uno squarcio aperto da un cantiere che non accenna a volgere al termine. E che, con il traffico alternato su una corsia e i relativi disagi, scatena il malumore degli automobilisti. Lamentele giustificate? Secondo Fiorenzo Ghielmini, dell’Ufficio tecnico comunale di Savosa, no.
Conducenti arrabbiati - A disturbare i conducenti sono le attese, che di giorno vengono regolate dagli addetti alla sicurezza e di sera dai semafori. E, assicura il capocantiere Gianfranco Gornetti, c’è davvero chi non le manda a dire. «Dobbiamo avere una pazienza incredibile per non rispondere agli insulti dei conducenti. E fa rabbia vedere la gente che smania dalla fretta per poi fermarsi al bar».
Mezzo milione contro le code - Ma, secondo Ghielmini, il Comune non ha nulla da rimproverarsi. «I tempi di attesa sono ridotti, ma è chiaro che nelle ore di punta ci può essere una situazione un po’ più precaria. Mi sembra che ci sia troppa intolleranza». E specifica: «Mi sarei sentito in colpa se avessi messo solo due semafori e mi fossi detto “me ne frego”, perché i tempi si sarebbero allungati notevolmente. Invece stiamo facendo uno sforzo finanziario non indifferente, pari a oltre mezzo milione, per avere gli addetti alla sicurezza e creare meno disturbo possibile agli utenti».
Ancora oltre un anno di pazienza - Il prolungarsi del cantiere, la cui fine è stimata solo per l’ancora lontana estate 2023, sarebbe invece dovuto a diversi fattori. «Quello che al cittadino medio sembra un caos irrazionale, non lo è», spiega Ghielmini. «Non è una strada di montagna. È una zona densamente popolata, caratterizzata anche da supermercati, e sotto la superficie c’è un labirinto di sottostrutture, tra acqua, gas, elettricità e fibra ottica». Per garantire gli allacciamenti e gli accessi a strade e parcheggi «gli interventi devono dunque essere fatti a tappe alterne», che comprendono il ritorno, a più riprese, di lavori su passaggi di strada già trattati, cosa che fa storcere il naso al cittadino inesperto.
Dalle canalizzazioni al marciapiede, dagli alberi alle strisce pedonali- Le lunghe tempistiche sarebbero poi da ricondurre anche al gran numero e alla varietà dei lavori in corso. Il progetto prevede infatti il rifacimento di numerose sottostrutture vetuste, la messa in sicurezza del passaggio pedonale, l’installazione di alberature al posto dei guard rail presenti per delimitare i parcheggi, l’adattamento del marciapiede per i disabili e il rifacimento del rivestimento fonico.
Tutto in uno - Ma perché c’è così tanto da fare? Secondo le disposizioni cantonali, spiega Ghielmini, «quando si fa un risanamento fonico della pavimentazione non si può intervenire con dei lavori sulla stessa tratta per i successivi cinque anni». Per questo motivo, «si cerca di lavorare su più fronti, partendo dal sottosuolo».
Meglio mettere le mani avanti - E anche se la fine dei lavori è lontana, al momento non ci sarebbero ritardi sulla tabella di marcia. «È però possibile che si creino a causa di problemi di forniture legati alla pandemia o alla guerra», ammette infine Ghielmini.