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Recuperata la grande Ancona dell'Addolorata

MENDRISIORecuperata la grande Ancona dell'Addolorata

01.04.22 - 14:04
L'opera settecentesca si trova nuovamente nella chiesa di San Giovanni Battista di Mendrisio.
Ti-Press (Alessandro Crinari)
Recuperata la grande Ancona dell'Addolorata
L'opera settecentesca si trova nuovamente nella chiesa di San Giovanni Battista di Mendrisio.

MENDRISIO - È terminato l’importante restauro della grande e spettacolare struttura della cosiddetta Ancona, ora nuovamente installata, a completamento del marmoreo altare maggiore, nella chiesa di San Giovanni Battista di Mendrisio.

L’Ancona mobile dell’Addolorata è un imponente altare posticcio, dipinto su tela, opera del pittore di figura Giovanni Battista Bagutti di Rovio (1742-1823) e del quadraturista Giovanni Battista Brenni di Salorino (1730-1804), commissionata da frate Antonio Maria Baroffio nel 1794. Si tratta di un bene culturale d’interesse cantonale ai sensi della Legge sulla protezione dei beni culturali, che per molti anni non è stata presentata al pubblico perché necessitava un’importante opera di restauro.

Un unicum ticinese - La tradizione vuole che la grande struttura - di 12 metri per 4 metri – venga montata sull’altare maggiore della chiesa di San Giovanni Battista nei giorni che precedono la Settimana Santa, quando si celebra il Settenario dell’Addolorata, fino alla settimana che segue la Pasqua. Ospita al centro la statua – un manichino ligneo per l’esattezza – della Beata Vergine Maria Addolorata, con il cuore e le sette spade dorate sul petto, rivestita di una veste in velluto nero sontuosamente ricamata in oro (la stessa statua tanto venerata dai mendrisiensi che viene portata nella solenne processione del Venerdì Santo). Si tratta di una macchina d’altare d’impronta tardo barocca e di gusto già neoclassico, di forte impatto scenografico, che costituisce un unicum nel panorama storico-artistico del Cantone Ticino.

La storia del restauro - Oggi in molti non si ricordano più di questo scenografico oggetto artistico. Questo perché l’Ancona fu messa in opera l’ultima volta durante la Pasqua del 1990, dopodiché venne smontata e depositata, mentre la chiesa veniva restaurata negli anni 1991-1995 (interno), 1999-2000 (esterno) e 2006-2007 (tetto).

Verso il 2008, con i primi contatti tra il vicedirettore dell’Ufficio Tecnico Comunale Pietro Romano e il direttore del Museo d’arte Simone Soldini, si manifestò un primo concreto interesse per un suo recupero che fu portato poi avanti con tenacia dai compianti Giuseppe Poma (già presidente della Fondazione Processioni storiche) e dall’arch. Lino Caldelari, come pure dall’ingegner Luigi Brenni. I primi contatti con l’Ufficio dei beni culturali per il restauro dell’Ancona sono avvenuti nel corso del 2015. Dopo le necessarie verifiche, i lavori sono iniziati nel 2018 per concludersi nel 2021, quando sono stati positivamente collaudati. Il lungo lavoro di recupero è frutto della buona collaborazione tra la Fondazione delle Processioni storiche, il Dicastero Museo e Cultura della Città di Mendrisio e il competente Ufficio cantonale.

Con la conclusione di questo restauro viene restituito al patrimonio culturale cantonale e della Città di Mendrisio un importante tassello che, per la sua unicità riveste un’importanza che travalica i confini cantonali e che torna finalmente a impreziosire le Processioni della Settimana Santa, dal 2019 iscritte nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO.

L’Ancona è visibile all’interno della Chiesa di San Giovanni Battista a Mendrisio fino al 23 aprile 2022 ed è ancora possibile fare dei versamenti a favore della raccolta fondi per il restauro.

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