Il ragazzo che violentò la giovane per ben due volte dovrà scontare nove anni per violenza carnale.
Due anni e mezzo e due anni e tre mesi, invece, per gli altri due imputati.
LUGANO - Cinque anni per l'imputato principale. Due anni e mezzo e due anni e tre mesi per gli altri due. Sono queste le pene decise oggi alle Assise criminali di Lugano per tre giovani tra i 20 e i 21 anni accusati di aver aggredito sessualmente, in gruppo, una loro coetanea. Lo riporta La Regione. Il primo è stato ritenuto colpevole di violenza carnale, mentre i due fratelli di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere. La versione della giovane è stata giudicata credibile e lineare, al contrario di quelle fornite dai tre ragazzi.
I fatti risalgono allo scorso 25 settembre, dopo una serata in discoteca, e si sono svolti nell'appartamento dove vivevano i tre. I ragazzi, tutti cittadini italiani, non hanno negato di aver avuto rapporti sessuali con la giovane, ma hanno sempre sostenuto che la ragazza avesse piena capacità di discernimento e che vi fosse completa consensualità. Al contrario, la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis ha sostenuto la tesi della ragazza, che ha parlato di una vera e propria violenza carnale. La giovane ha infatti dichiarato di essere salita in casa perché interessata a uno solo dei tre, e che la situazione è degenerata, tra minacce e violenza. Parte dei rapporti sono inoltre stati filmati.
La difesa aveva chiesto l'assoluzione, mentre la pubblica accusa nove anni per il principale imputato, che al risveglio aveva abusato una seconda volta della vittima, e rispettivamente sei anni e mezzo e sette per gli altri due giovani, due fratelli.
La lettura della sentenza, che doveva inizialmente avvenire nel primo pomeriggio, è slittata dopo che la Corte ha avanzato l’ipotesi che i tre venissero giudicati per il reato di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere invece che per quello più grave di violenza carnale ripetuta. Entrambe le parti hanno così preso nuovamente parola, respingendo però la via di mezzo proposta e restando ferme sulle loro posizioni.