Abbiamo parlato di questa patologia che colpisce i bambini con il direttore dell'epatocentro Andreas Cerny.
Diffusa in almeno venti nazioni, di questa malattia si sa ancora molto poco: «Un ipotesi è che sia provocata dall'adenovirus 41. Ha sintomi non specifici e nei casi gravi può portare a un trapianto di fegato».
BELLINZONA - La misteriosa epatite - scoperta per la prima volta nel Regno Unito a inizio aprile - che sta colpendo numerosi bambini in tutto il mondo non è ancora giunta in Svizzera. O almeno nessun caso grave è stato segnalato al centro per le epatiti pediatriche fulminanti che ha sede presso l’Ospedale universitario di Ginevra (HUG). A rivelarlo a Tio.ch e 20 minuti è il direttore dell’epatocentro e membro del comitato direttivo Epatite Svizzera, Andreas Cerny. «Secondo gli ultimi dati in mio possesso fornitemi dalla direttrice Valèrie McLin (risalenti a domenica, ndr) al momento non risultano casi gravi di questa patologia in Svizzera».
Il ceppo 41 - Una patologia che come rivelato dall’Oms ha finora colpito bambini e giovanissimi in almeno venti nazioni, tra cui la vicina Italia. E allora sorge spontanea una domanda: “Perché solo loro?”. Ancora Cerny: «Bisogna dire subito che non sappiamo ancora molto di questa malattia. Ad alcuni di questi bambini è però stata diagnosticata un’infezione provocata da uno dei cinquanta adenovirus che circolano. Ovvero il 41».
Isolamento - Questo particolare ceppo può provocare delle infezioni gastro intestinali che molto raramente possono sfociare in un epatite. Ma perché questo accade? «Un ipotesi - ci spiega Cerny - è che le misure anti-pandemiche imposte nei vari paesi possano aver ritardato l’esposizione a questa infezione virale dei bambini più piccoli. L’isolamento potrebbe averli resi in qualche modo più suscettibili a questo ceppo 41».
Sintomi non specifici - I sintomi dei bambini variano, soprattutto a dipendenza dell’età. «Più piccoli sono, meno si capisce quello che hanno», sottolinea il direttore dell’epatocentro. «Ma di regola questa patologia provoca nausea, stanchezza, mal di pancia, inappetenza e anche l’ittero, ovvero quando la pelle assume una colorazione giallastra. Nei casi più gravi possono comparire anche dei lividi e degli ematomi, oltre che l’apparizione di stati confusionali».
Trapianto nei casi più critici - Casi più gravi che hanno portato addirittura alcuni bambini (si parla di circa il 10%) a dover subire un trapianto di fegato. Con tutti i problemi del caso nel reperire un donatore in tempi stretti. «Nei casi di epatite fulminante - ci spiega Cerny - c’è una rete di distribuzione internazionale degli organi. I pazienti possono quindi ricevere il fegato da altri paesi tramite svariati consorzi. A occuparsene, qui in Svizzera, è sempre il centro di Ginevra dove c’è l’unica unità di trapianti specialistica per bambini del Paese».
Fegati da dividere - I piccoli malati, però, non necessitano sempre di un organo intero. «Il fegato di un donatore può essere diviso su diversi pazienti», precisa Cerny, sottolineando che nei casi fulminanti spesso i genitori non possono donare parte del loro fegato al figlio. «C’è un tempo di preparazione che deve essere rispettato. Ci sono accertamenti da effettuare per fare in modo che i rischi per donatore e donante siano minimi. Per questo è meglio far affidamento a queste reti nei casi più gravi».