La Camera di Commercio si fa tramite per la crisi energetica chiedendo alle parti un dialogo costruttivo.
LUGANO - L'energia serve per sopravvivere. Ma se per ottenerla bisogna pagarla a peso d'oro, questa sopravvivenza è messa a rischio. Ne è convinto Luca Albertoni, Direttore della Camera di Commercio ticinese che, nel tentativo di calmierare il caro prezzi che ha messo in ginocchio l'Europa intera, ha contattato il Governo, ma anche produttori e distributori di energia, per una soluzione a breve termine.
«Il margine, a livello cantonale, in realtà non è molto», ha spiegato Albertoni ai microfoni di Radio Ticino durante il poadcast "Rock Economy"». «Quello che noi abbiamo chiesto al Governo, così come agli altri attori, è di dialogare di più, discutere e trovare soluzioni transitorie direttamente con le aziende».
La Camera di Commercio veste dunque i panni di una sorta di «task force dell'economia» per spingere le parti a giocare a carte scoperte e a confrontarsi. Parola chiave, dunque, è il «dialogo», spiega Albertoni. «Diverse aziende elettriche sono nostre associate, per cui ci sembrava opportuno appellarci a loro per dare il via a un confronto diretto tra fornitori e aziende. Noi non chiediamo altro allo Stato se non un supporto strategico, un intervento laddove si trovino spazi di manovra».
Albertoni ci tiene a precisare che non sono richieste monetarie. «Nessun regalo o sovvenzione, ma accordi. E che abbiano un senso permettendo alle aziende di continuare a lavorare». Perché proprio di continuità lavorativa, e come detto di sopravvivenza, qui si tratta. «Aumenti del 1000% rappresentano questioni esistenziali per le imprese, quindi per i posti di lavoro. Con il dialogo schietto fra tutti gli operatori, magari, qualcosa si riesce a farla».