Dieci regioni turistiche su tredici presentano un aumento di pernottamenti. Il calo maggiore proprio nella Svizzera italiana
LUGANO/NEUCHÂTEL - Gli hotel svizzeri nella stagione estiva sono stati meglio frequentati rispetto all'anno sorso. L'incremento dei visitatori stranieri ha abbondantemente compensato la contrazione indigena, fino a far sfiorare il record del 2019. In calo però il Ticino.
Fra maggio e ottobre, comunica oggi l'Ufficio federale di statistica (UST), il settore alberghiero ha registrato 22,4 milioni di pernottamenti, con un aumento di 4 milioni (+21,9%) rispetto al 2021. La domanda degli ospiti stranieri presenta una progressione dell'84,6% (+4,8 milioni), registrando un totale di 10,4 milioni di pernottamenti. La domanda indigena, dal canto suo, è diminuita del 6,0% (-762 000), scendendo a 11,9 milioni di pernottamenti.
Il totale raggiunto è solamente dell'1,3% inferiore rispetto all'estate record del 2019. Si tratta quindi della seconda migliore prestazione degli ultimi 30 anni. I mesi di settembre e ottobre hanno addirittura registrato il maggior numero di pernottamenti dal 1992. Escludendo il 2019, nell'arco degli ultimi tre decenni anche i mesi di luglio e agosto conoscono un numero record di pernottamenti.
Tutti i mesi di questo periodo registrano forti aumenti dei pernottamenti di ospiti provenienti dall'estero. Particolarmente alti quelli nei mesi di maggio e giugno (rispettivamente +250,7% e +240,1%). Questo si spiega con il fatto che l'anno precedente la domanda estera era ancora particolarmente bassa, sottolinea l'UST.
Durante la stagione estiva 2022, dieci regioni turistiche su tredici presentavano un aumento di pernottamenti rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Gli aumenti variano dal +1,3% della Svizzera orientale al +81,6% della regione di Zurigo. A registrare il calo maggiore è stato il Ticino (-14,9%), seguito dalla regione Giura e Tre Laghi (-3,3%) e dai Grigioni (-3,0%).