Dopo lo stop causa pandemia riecco la tradizionale cerimonia, con il corteo e i saluti del sindaco Foletti
LUGANO - La Città di Lugano è tornata a proporre in presenza la cerimonia di Capodanno, dopo una pausa durata due anni e provocata dalla pandemia di coronavirus.
Come da tradizione le celebrazioni hanno preso il via alle 11 con il corteo della autorità e delle associazioni cittadine, partito da Piazza della Riforma e che, dopo aver percorso Piazza Manzoni e Riva Albertolli, è giunto al Palazzo dei Congressi. Dopo le presentazioni del Corpo Civici Pompieri e del Corpo Volontari Luganesi e le esibizioni della Civica Filarmonica di Lugano, si è tenuta la vera e propria cerimonia con l'intervento del sindaco Michele Foletti e quello di Markus Krienke, professore ordinario di Filosofia moderna ed etica sociale alla Facoltà di Teologia di Lugano e direttore della Cattedra Rosmini.
Il ricordo di Borradori - «Finalmente possiamo tornare a riabbracciarci e a festeggiare insieme l’arrivo del nuovo anno, dopo il tempo sospeso della pandemia». ha affermato Foletti. «Non nascondo un certo imbarazzo nell’essere qui per la prima volta nella mia veste di sindaco, una carica che cerco di onorare nel miglior modo possibile, nel solco di chi mi ha preceduto, per fare sempre più di Lugano una città nella quale tutti si sentano bene. Rivolgo un grato pensiero al compianto amico Marco Borradori che partecipava sempre con gioia alle celebrazioni del primo dell’anno. Lo ricordiamo insieme con immutati sentimenti di affetto e gratitudine».
Lugano generosa - "Generosità" e "solidarietà" sono le due parole del 2022 secondo Foletti, che ha ricordato come la guerra in Ucraina abbia segnato profondamente i mesi trascorsi. «La colonia climatica estiva di Breno, di proprietà della Città, è diventata un centro di prima accoglienza per una trentina di persone, bambini, donne e anziani. Lugano ha accolto complessivamente 565 rifugiati; 89 bambini ucraini frequentano oggi le diverse sedi del nostro Istituto scolastico, 24 sono iscritti alla scuola dell’infanzia e 65 alla scuola elementare».
La solidarietà - Infine la solidarietà, sia quella destinata alle fasce più deboli della popolazione che quella istituzionale. «Io credo che tutti noi cittadini di Lugano dobbiamo essere orgogliosi di vivere in una città così solidale e generosa! Il mio auspicio è che nel 2023 prenda sempre più corpo questa consapevolezza e che i suoi frutti si moltiplichino. Penso, infatti, che la positività e la fiducia siano la base per fare sempre meglio, al contrario della lamentela, che affossa invece lo spirito e l’operatività».
Alcuni intermezzi culturali hanno infine introdotto il momento finale, quello dello scambio di auguri e dell'aperitivo offerto dalla Città di Lugano.