Cerca e trova immobili

BELLINZONAAnticipare il tedesco a scuola? Il "no" degli insegnanti

22.01.23 - 12:52
Movimento della scuola: «Lascia perplessi la scelta di reperire insegnanti abbassando ulteriormente le qualifiche in entrata»
Foto TiPress
Anticipare il tedesco a scuola? Il "no" degli insegnanti
Movimento della scuola: «Lascia perplessi la scelta di reperire insegnanti abbassando ulteriormente le qualifiche in entrata»

BELLINZONA - Anticipare l'insegnamento del tedesco? No, grazie. È quello che pensa il Movimento della scuola che, per voce del suo presidente Fabio Camponovo, si dice contrario alla proposta.

«Una maggioranza significativa all’interno della “Commissione formazione e cultura” del Gran Consiglio ticinese, complice forse anche il clima preelettorale, è tornata a chiedere di trovare spazio per l’insegnamento obbligatorio del tedesco in prima media - spiega Camponovo - e le motivazioni a sostegno di questo “potenziamento” (oggi il tedesco è previsto a partire dalla seconda classe) risiedono nella convenienza strumentale, più che culturale, della lingua di Goethe, nonché nella spendibilità della competenza linguistica più che nella crescita intellettiva della persona».

Il riferimento è anche alle recenti dichiarazioni sul tema rese di recente da vari esponenti politici, «Lega dei Ticinesi e PLRT» - dicono dal Movimento della scuola - che richiamando la necessità di imparare il tedesco per non trovarsi impreparati in contesti lavorativi come quelli della Svizzera interna «non farebbero altro che confermare che sullo sfondo della proposta vi è insomma l’idea che la scuola dell’obbligo debba in qualche modo richiamarsi a un principio funzionale di natura professionalizzante».

Non volendo aprire una riflessione più articolata sul senso nobilmente educativo della scuola di base, dice il presidente del Movimento della scuola, ci limitiamo a ricordare che «il Ticino, per ragioni storiche e culturali, nel nome della “coesione nazionale”, riserva molte ore all’insegnamento delle lingue nazionali (francese e tedesco) nonché alla lingua di comunicazione internazionale per eccellenza (l’inglese)». Per Camponovo «la collocazione in griglia risulta particolarmente ingarbugliata, frutto più di alchimie politiche e di incastri formali che di una sana politica linguistica: il francese dalla scuola elementare fino alla seconda media (sempre a classe intera), il tedesco dalla seconda alla quarta media (con laboratori, corsi A e B, in futuro altre forme didattiche privilegiate); l’inglese dalla terza (e in quarta con effettivi ridotti)».

Si tratta - sottolinea - «di un patchwork linguistico e di modalità didattiche frutto più di compromessi che di una coerente visione formativa». E suggerisce a coloro che intendessero modificare questo quadro «di collocare la propria proposta in un ambito riflessivo più ampio e non limitarsi a imporre una singola modifica».

Per l'associazione degli insegnanti, «l’anticipazione di ore di tedesco in prima media non potrà certo configurarsi come una semplice aggiunta, visto il contesto didattico già estremamente frammentato in cui si inserisce: si consideri il fatto che il ragazzino di 11 anni nel passaggio dalla scuola primaria al secondario si trova confrontato con un panorama frastagliato che comprende una dozzina di materie. Questa condizione - aggiunge Camponovo - andrebbe semplificata e non ulteriormente ampliata (quasi che si possano assommare altri mandati istruttivi senza pagarne lo scotto in termini di irrilevanza conoscitiva). Possiamo certo anticipare un insegnamento linguistico - sottolinea - correndo però il rischio dell’insignificanza dell’apprendimento stesso».

Poi c'è la questione del reperimento di nuovi docenti. «Un aspetto in sé tragicomico - dice - è costituito dal fatto che potenziare l’insegnamento del tedesco (ciò che, in forma diversa, prevede per altro anche l’attuale messaggio governativo sul superamento dei corsi A e B) significherebbe aumentare il fabbisogno di insegnanti di questa lingua. Sappiamo bene - ricorda Camponovo - che già attualmente ben oltre una cinquantina di docenti in attività non sono in possesso dei titoli richiesti e lascia perplessi la scelta del DFA di provvedere abbassando ulteriormente le necessarie qualifiche in entrata».

Camponovo fa presente che «rispondendo a un’interrogazione di Maddalena Ermotti Lepori, il governo stesso ha ribadito le ragioni che si oppongono alla proposta di anticipare il tedesco in prima media».

Questo non deve significare, «a nostro avviso, rinunciare ad affrontare il tema spinoso dell’insegnamento linguistico, purché il dibattito sia supportato da rigorosi fondamenti scientifici e pedagogici, dal riconoscimento della matrice umanistico-culturale della scuola dell’obbligo e da una progettualità didattica condivisa con gli insegnanti e il mondo della scuola».

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

matias13 1 anno fa su tio
Che trogloditi! Invece di puntare sulla formazione, si dice no perché manca personale con i requisiti! Ignoranza imbarazzante.....movimento per gli insegnanti, sembra già dal nome una roba sinistra....ed ecco giustificata l'ignoranza.

Al4black 1 anno fa su tio
Bravo Sarà🧚‍♂️ … nella vita esistono aree d’importanza, fra queste la psiche, la tecnica, la cultura e altro(…) a mio modo di vedere, l’orientamento base della scuola è anacronistico ed in crisi già da molto tempo per svariate ragioni -che non approfondisco ora- Comunque prendendo a prestito alcuni contenuti della saggistica di Edgar Morin, affermo che è preferibile una TESTA BEN FATTA AD UNA TESTA (BEN) PIENA. Per affrontare le sfide del futuro non servirebbero “soldatini” automatici, servirebbero Persone capaci di pensare in modo critico, riflettere e scegliere in dimensioni complesse ed interdipendenti—-> ergo riempire la testa di nozioni serve poco al genere umano contestualizzato alla nostra epoca (ivi incluso il tedesco in prima media!) Cosa serve? Serve aiutare le persone, i giovani, gli alunni ad apprendere le competenze relazionali, emotive e la capacità di dialogare con il proprio se, servirebbe maggior consapevolezza, servirebbe…..non il tedesco spendibile, servirebbe Göthe, Hesse, Dürenmatt, Glass, Fassbinder, Herzog, …..Cultura non tecnica (cfr Galmberti Psiche e Tecne e Edgar Morin, La Via e il paradigma della complessità) Ps forse apparentemente c’entra poca, ma per semplificare, bisogna dapprima complessificare, altrimenti significa rendere banale. Ps2 mi piace la presa di posizione dei docenti

Sarà 1 anno fa su tio
Le università della Svizzera tedesca sono frequentate da moltissimi ticinesi, i corsi sono in tedesco e inglese, i master sono quasi interamente in inglese, la maggior parte di loro ha fatto dei soggiorni linguistici durante le vacanze estive. Anche anticipando di un anno le lezioni di tedesco non raggiungeranno la stessa padronanza della lingua di chi ha fatto dei soggiorni linguistici. Il francese permette invece l'accesso al politecnico di Losanna e alle altre università della Svizzera francese. A Zurigo c'è gente che ci vive e lavora da anni parlando solo inglese. Si tende però a dimenticare l'importanza della cultura generale, indispensabile per la crescita come uomo e cittadino, in grado di fare delle scelte per il proprio futuro, anche quello lavorativo. Qualcuno invece vorrebbe che la scuola formasse i ragazzi in funzione delle esigenze del mercato.

Kraut 1 anno fa su tio
Mi raccomando... Chi ha la possibilità, mandare dal anno prossimo i vostri figli alla Scuola Svizzera di Cadorago... Di là imparano tedesco già dal asilo! https://cadorago.scuolasvizzera.it/

Cricchetto 1 anno fa su tio
Politici (socialisti) poco lungimiranti; poveretti i nostri ragazzi!🙈

Core_88 1 anno fa su tio
Ma a scrivere in modo complicato e come fare gara a chi ce l’ha più lungo tra i docenti?

MarioX 1 anno fa su tio
I nostri politici devono finalmente fare gl'interessi dei loro concittadini,cioè far insegnare le lingue piu importanti e che consentono ai nostri ragazzi di poter accedere ad un fururo lavorativo piu reale...cioè è inutile imparare il francese se le aziende migliori e che offrono maggiore possibilità di lavoro sono di lingua madre TEDESCA!!!! Lo volete capire ???

Alex 1 anno fa su tio
Risposta a MarioX
Esatto eliminiamo il Francese e mettiamo tedesco e inglese come lingue!

comp61 1 anno fa su tio
siamo circondati dall`inglese, ma noi continuiamo a far scuola come decenni fa. invece di essere dinamici siamo dei gatti (o foche) di marmo, In una parola: provincialotti.

Core_88 1 anno fa su tio
Risposta a comp61
Vabb non so dove lavori tu ma io con le ditte e fornitori che ho a che fare parlano o tedesco o francese

Cula 1 anno fa su tio
Almeno devono lavorare sempre meno complimenti

UtenteTio 1 anno fa su tio
Movimento per la Scuola, ennesima presa in giro di un manipolo si scienziati? Come ha detto 87, il francese ad oggi non l'ho mai usato, mentre il tedesco te lo chiedono anche per dar via le giornaliere dello skilift e vendere surgelati porta a porta!

cle72 1 anno fa su tio
Io sarei per l'introduzione già alle elementari magari dal terzo anno. Si sa che i bambini già in giovane età sono delle spugne. Magari con lezioni mirate per imparare le basi. Potrebbe essere introdotta come lezione atta a preparare l'alunno senza pressione di note ecc ecc.

87 1 anno fa su tio
Risposta a cle72
In Grigioni è già così. Tedesco dalla terza primaria, inglese dalla quinta (o sesta?). Poi hanno 3 anni di medie.

Core_88 1 anno fa su tio
Risposta a cle72
Tipo farli andare a scuola anche il sabato visto che sono spugne

Meganoide 1 anno fa su tio
Il francese è praticamente inutile dal punto di vista lavorativo, bisognerebbe concentrarsi su inglese e tedesco. Il fatto che manchino insegnanti che conoscano le lingue non può essere il motivo per non formare correttamente i nostri figli.

87 1 anno fa su tio
23 anni dopo l'ultima lezione di francese, vivendo e lavorando in Ticino ho constatato che non mi è stata mai chiesta una sillaba di francese. Il tedesco invece mi sarebbe servito spesso, che però non mi rimane in testa. Trovo che per imparare bene le lingue sia necessario una predisposizione naturale, e senza questa è importante un avvicinamento alla lingua il prima possibile. Sapendo il tedesco sarà più facile anche approcciarsi agli studi professionali. Chi vorrà andare a Losanna può impararsi il francese, che è notoriamente intelligibile per un italofono, e lo sforzo di studio sarà minore rispetto all'apprendimento del tedesco.
NOTIZIE PIÙ LETTE