Il video dal villaggio in cui si è deciso di tornare a insegnare il ticinese. Il promotore: «Peccato che manchino giovani».
AROGNO - «L'idea è nata da un incontro casuale durante il nostro mercatino di Natale. Con una signora di origine svizzero tedesca che capiva malamente cosa dicevano altre persone cresciute nel posto». È da lì che Guido Casellini, segretario del Patriziato di Arogno, ha messo in piedi una singolare scuola di dialetto, con sede nella casa comunale. Una decina finora gli iscritti. «Potrebbero essere di più. Dobbiamo farci conoscere. Siamo aperti a tutti. C'è gente che viene anche da Villa Luganese o da Agno».
«Iniziativa bellissima» – Per le vie del villaggio, in cui sentiamo a cadenze regolari simpatici nitriti di cavalli, la gente è felice dell'iniziativa. «Avrei voluto iscrivermi, ma mi manca un po' il tempo – sostiene Luca Brogioli, piccolo produttore di vini –. Ci sto pensando». L'esercente Patricia Daverio non ha dubbi: «È un'iniziativa bellissima. Innovativa soprattutto. Non avevo mai sentito di progetti con una formula simile altrove».
L'influenza dei francofoni – Il dialetto insegnato tra i banchi della scuola di Casellini è quello "della ferrovia". Basico. Ad Arogno però c'è chi fa riflessioni sul dialetto locale. Come il signor Celso Tantardini. «Alla fine dell'Ottocento il nostro dialetto è stato molto inquinato. Dalle fabbriche. La prima fabbrica di orologi del Ticino è stata qui ad Arogno e sono arrivati i francofoni a insegnarci il mestiere. Le donne che andavano in fabbrica hanno imparato tante parole che sono un po' un miscuglio tra il dialetto e il francese. E questa cosa è stata tramandata poi fino ai giorni nostri».
L'allievo – Guido Balmelli, energico signore residente in zona, è un allievo del corso. E lo dice con fierezza. «Il dialetto lo parlo già ovviamente. Però ho tanti amici svizzero tedeschi che vorrebbero imparare il dialetto. Penso che frequentando questo corso potrò avere gli strumenti per insegnare loro qualche parola».
I giovani scarseggiano – La scuola di dialetto di Arogno è stata salutata con orgoglio dal Centro di dialettologia della Svizzera italiana. «Però – precisa Casellini – l'età media degli allievi è piuttosto avanzata. I giovani di oggi non hanno tanto voglia di parlare il dialetto purtroppo. La nostra intenzione in ogni caso è quella di non fermarci a questa esperienza. Vogliamo andare avanti».