La Mirante col suo "Avanti con Ticino e Lavoro" piazza tre seggi in Parlamento. Il suo partito ha tolto potere agli altri.
BELLINZONA - Simpaticamente potremmo chiamarla "la rubavoti". Amalia Mirante col suo "Avanti con Ticino e Lavoro" ha già stupito tutti nella domenica dedicata al Governo. Portando il suo movimento a diventare la quinta forza politica del Cantone.
E nel lunedì consacrato allo scrutinio dei voti per il Parlamento piazza tre seggi in Gran Consiglio: il suo, quello di Giovanni Albertini e quello di Evaristo Roncelli.
Perché un partito nato solo pochi mesi fa ha ottenuto così tanto consenso?
«Perché sin da subito abbiamo parlato di un tema concreto e sentito. Il lavoro».
Beh, ne hanno sempre parlato in tanti...
«Ma non come priorità. Il lavoro deve essere la priorità della prossima legislatura. È inutile parlare di tanti temi che non possiamo risolvere».
Quello del lavoro invece lo si può risolvere?
«Sì. Ci crediamo. Basta salari bassi, basta dumping, basta difficoltà nel ritrovare un impiego per chi viene lasciato a casa».
Secondo lei in Parlamento ci sono state persone che non avevano la reale volontà di superare questo problema?
«No. Semplicemente si è discusso tantissimo di questioni nobili, ma che non potevano essere sistemate nel medio termine e per cui il solo parere del Ticino era inutile. Lo ripeto: se ci mettiamo in testa che il lavoro deve venire al primo posto, ce la facciamo. È anche un messaggio importante che dobbiamo lanciare ai giovani. Oppure agli over 50 che restano senza impiego».
Come si sente nel ruolo di "rubavoti"? Il suo movimento ha tolto tanti voti ai partiti storici...
«Non mi piace come soprannome. Io preferisco celebrare la nostra vittoria. Siamo persone pratiche. Vogliamo difendere gli interessi dei ticinesi e dei residenti. Entro il 2027 intendiamo creare 10.000 nuovi impieghi ben retribuiti».
Un aggettivo per definire il risultato del suo movimento?
«Strepitoso. E quanto si sta concretizzando è un bel riconoscimento per tutte le candidate e i candidati che hanno fatto una campagna eccezionale».