Mese di maggio da dimenticare per il turismo ticinese. E anche giugno, per ora, non porta sollievo.
LUGANO - Cieli grigi e piovosi, nell’ultimo mese e mezzo, nel nostro cantone. E mentre i ticinesi controllano incessantemente le previsioni meteo sperando di scorgere una luce in fondo al tunnel, il nostro turismo soffre. Già, perché intanto a Zurigo splende il sole. Così come a Berna, San Gallo, Losanna e Ginevra.
«C’è chi se ne va dicendo “Rientriamo a casa perché il tempo è più bello da noi”», riferisce a Tio/20minuti Simone Patelli, direttore del camping Campofelice di Tenero e presidente di Ticino Turismo. Nell'ultimo periodo, infatti, «alcuni ospiti hanno annullato il soggiorno, mentre altri hanno deciso di rientrare a casa diversi giorni in anticipo». Sul piano pernottamenti «siamo vicini ai numeri dello scorso anno», specifica Patelli, «ma con la meteo a nostro favore avremmo potuto fare qualcosa di più. Il sole resta una parte fondamentale della vacanza in Ticino».
A pensarla così è anche Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo. «Siamo conosciuti come la Sonnenstube della Svizzera, e il tempo influenza in misura determinante il nostro turismo». A questo si aggiunge anche il confronto intercantonale: «Il peggio è quando in Ticino è brutto, o quantomeno le previsioni danno brutto, e Oltralpe è bello».
Dal sold-out alle cancellazioni - In attesa delle statistiche dei pernottamenti del mese di maggio, Trotta si dice dunque certo che «con un tempo più soleggiato avremmo potuto fare un 10% meglio». Già, perché anche i turisti di città, in alcuni casi, si sono tirati indietro: «Diverse strutture di Lugano avevano fatto il tutto esaurito per il weekend di Pentecoste, ma poi hanno ricevuto delle cancellazioni».
E i ristoranti? «A risentire della meteo avversa sono soprattutto i grotti, i ristoranti situati direttamente sul lago e quelli dei lidi. Per loro questo è un inizio stagione particolarmente complicato», così Massimo Suter, presidente di GastroTicino. «Il Ticino resta una destinazione a vocazione turistica esterna: Ascensione e Pentecoste non ci hanno dunque portato il flusso di clientela sperato».
Il fattore "sole" - In riva al lago e in montagna le cose non vanno meglio. «Per noi tutto dipende dalla meteo», affermano Gianfranco Salvati, responsabile delle strutture balneari del Lido di Lugano, e Jonatha Columberg, gestore della capanna Tamaro. E l'affluenza si conferma deludente.
«Durante il giorno non si vede quasi nessuno», ammette Columberg. A mancare sono proprio gli escursionisti che, una volta arrivati in vetta, si fermano a mangiare, bere e ammirare il panorama: «Ci salvano un po’ i pernottamenti, perché chi ha riservato generalmente non disdice». Con 29 anni di esperienza alle spalle, però, Columberg non si scoraggia: «Abbiamo visto di tutto».
E anche sulle rive del Ceresio, a dispetto di nuvole e pioggia, il morale resta alto. «Con un maggio così, logicamente, abbiamo avuto un'affluenza molto minore. Ma l’anno scorso era stato l’esatto contrario», così Gianfranco Salvati. «I nuotatori appassionati, comunque, ci sono sempre. Vengono a mancare più che altro i turisti e le famiglie».